Cultura e spettacolo

Violini, viole e violoncelli e la prospettiva di un mestiere d'altri tempi in un'epoca sempre più tecnologica
2 minuti e 36 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - In un mezzanino di piazza di Garibaldi, nel cuore del Centro Storico, ma in un 'cantuccio' più riparato dal solito via vai di persone e turisti, c'è una splendida bottega che da più di 35 anni a Genova realizza violini, viole e violoncelli. E sembra quasi impossibile che quelle sagome in legno appoggiate sul tavolo da lavoro, con l'abile mano del maestro liutaio Alberto Giordano, si trasformino in pregiati strumenti musicali. "Dal 1986 siamo aperti e oltre alla costruzione ci occupiamo anche di restauro e ricerca storica: si indaga sulle tracce della liuteria di questa città che sono affascinantissime.

"Le prime testimonianze di rilievo risalgono al 1600: allora i liutai erano tutti degli immigrati tedeschi, provenivano dalle Alpi bavaresi, spesso erano impiegati nella guardia ducale"

Nel mentre, però, costruivano strumenti raffinatissimi, con intarsi in madreperla e in avorio. Alcune testimonianze sono arrivate fino a noi, tra archivi e pezzi unici ben conservati nel tempo. Del resto, non poteva che essere così nella città di Niccolò Paganini. Una lunga tradizione di strumentisti e musicisti che perdura ancora oggi, anche se inevitabilmente anche la musica è stata travolta dalla crisi economica e dalla pandemia. "Appena finito il liceo io ho frequentato una scuola di alta specializzazione internazionale a Cremona, poi dopo l'apprendistato sono subito tornato nella mia città perché allora c'era lavoro: in quegli anni era in costruzione il Teatro Carlo Felice, l'orchestra suonava al Teatro Margherita. Erano tempi diversi, c'era entusiasmo e un certo supporto verso i giovani che iniziavano subito a suonare. Tutte cose che oggi venute un po' meno". 

"Attualmente lavoriamo tanto all'estero, la cosa dà soddisfazione perché ci muoviamo nei mercati più importanti, nell'aristocrazia della liuteria" 

Fortunatamente l'interesse per la tradizione è vivo all'estero, così come quello per la musica classica ed acustica. In un'epoca sempre più tecnologica, dove la musica la si ascolta su Spotify, iTunes o Youtube, dove la base viene creata al pc e non dalle corde di una chitarra o dai tasti di un pianoforte, questo mestiere appare quasi anacronistico. Eppure ci sono ancora giovani appassionati che 'vanno a bottega' per apprendere le tecniche tramandate di generazione in generazione. Inevitabile, però, interrogarsi sul futuro degli strumenti musicali e su professioni come queste. "Finché continueremo ad ascoltare strumenti acustici nelle sale da teatro il nostro mestiere avrà un senso". 

"Quando si creerà un algoritmo che riuscirà a riprodurre il suono del Cannone, dello Stradivari o del Messina, allora inizierà la nostra decadenza"

"Ma comunque non credo, l'emozione che passa attraverso le dita, i sensi, l'anima è un qualcosa di irrinunciabile e non credo possa essere sostituito da un algoritmo".

Scienza e impresa in Liguria: ecco la puntata "Musica e tecnologia" - GUARDALA QUI

Un tema affascinante che è stato oggetto della quarta puntata di Scienza e Impresa, il format realizzato in collaborazione con Camera di Commercio e Università di Genova. Questa volta si è parlato di "Musica e tecnologia", quale sia il rapporto tra le note musicali e la matematica, più stretto di quanto si pensi. Ma anche quali saranno le figure professionali del futuro, sempre più ricercate in questo campo, e le prospettive della composizione musicale. Il tutto senza dimenticare la tradizione. 

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