GENOVA - Aprire palazzi privati al pubblico, palazzi come i Rolli genovesi ma anche luoghi di cultura gestiti dall'operato delle fondazioni, si può. Ma serve un sostegno economico per far sì che questo tipo di iniziative non siano sporadiche, ma strutturate nel tempo. Ed è da tempo che la città di Genova si interroga su come possa trovare un modo che garantisca il binomio pubblico-privato.
Rolli Days, l'idea di Vittorio Sgarbi: "Pensiamo ad un modo per aprire il privato al pubblico" - L'INTERVISTA NEL 2020
Guardare al passato o agli esempi da 'importare' da altre realtà per poter far crescere la cultura, infatti, è uno dei punti su cui negli ultimi anni la città di Genova si è concentrata. Dalle membership al museo agli ambasciatori in scena o al museo sui social network, dalle card per i turisti a tutto quel lavoro che creerà app per un turismo digitale, con virtual tour e valorizzazione del patrimonio: sono alcune delle ultime iniziative messe in campo che prendono ispirazione da altre grandi realtà culturali fuori dai confini della Liguria o - addirittura - dell'Italia. E poi i finanziamenti che invece guardano all'esempio dei grandi mecenati che nel Seicento 'affollavano' Strada Nuova e facevano a gara per committenze di rilievo.
Quei mecenati di allora hanno lasciato una grandissima eredità al territorio di Genova, eredità che però in parte ancora oggi è privata. Proprio sul mecenatismo verteva il convegno organizzato dal Teatro Nazionale di Genova, dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Genova e dall'Associazione Avvocati Amministrativisti Liguri, "La cultura che crea economia". Incentivi e defiscalizzazioni per le aziende e i privati che decidono di investire nelle attività culturali: questo il focus del doppio panel al Teatro Duse che ha illustrato le potenzialità dell'Art Bonus, che consente un credito di imposta, pari al 65% dell'importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico.
Uno strumento come l'Art Bonus potrebbe consentire anche a fondazioni private di aprire luoghi straordinari come il Palazzo Interiano Pallavicino in piazza Fontane Marose, ma come anche tanti altri piani nobili oggi visitabili soltanto in giornate particolari di aperture straordinarie durante l'anno. A raccontare questa idea a Primocanale è Daniela Anselmi, presidente dell'Associazione Avvocati Amministrativisti Liguri e vicepresidente di Fondazione Pallavicino.
"Bisogna organizzare una struttura tra guide e personale che possa consentire di aprire i palazzi e un investimento di questo tipo darebbe la possibilità ai privati di condividere con gli altri il proprio patrimonio"
IL COMMENTO
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