LA SPEZIA - L’Italia riscoperta dallo sguardo dei viaggiatori di fine Settecento e inizio Ottocento. Un percorso immersivo che ci porta a riscoprire le città meta del Grand Tour attraverso gli spazi del Museo Lia della Spezia tra opere della collezione museale e prestiti. “L’esposizione capolavori eccezionali e prestigiosi prestiti, destinati ad affascinare e attrarre un vasto pubblico -. Spiega il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini - La mostra ci condurrà sulle orme dei viaggiatori tra Settecento e Ottocento, alla scoperta dell’Italia attraverso città come Venezia, Firenze, Roma, Napoli e, successivamente, il nostro Golfo dei Poeti: una splendida occasione per ammirare dal vivo opere uniche, per approfondire la conoscenza delle nostre collezioni e percorrere le orme dei giovani rampolli dell’aristocrazia europea, conquistati dalla bellezza di luoghi unici al mondo”.
La mostra, curata dal direttore del Museo Lia Andrea Marmori, intende porre l’attenzione sul viaggio di formazione e istruzione che tra Sette e Ottocento prevedeva il raggiungimento dei luoghi carichi di memoria, dove trovare confronto con il passato e ristoro per anima e corpo. L’Italia era il Paese della memoria e il gran giardino di Europa, e anche il golfo spezzino diventano meta, pur tardiva, di questi colti pellegrinaggi, una vera attrazione naturale in quanto, come afferma John Ruskin nel 1845 quando qui giunge al chiaro di luna, nessun altro luogo è «destinato all'acquarello» quanto questo. La mostra è pertanto un’ulteriore occasione di valorizzazione della collezione Lia, posta in dialogo con straordinarie opere in prestito provenienti da tutta Italia, fra gli altri, dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini di Roma, dai Musei Civici di Padova, dal Museo di Roma e dalla Collezione d’Arte della Fondazione Cariplo.
Roma, Venezia, Firenze, Napoli: sono queste le quattro tappe che il visitatore della Mostra, trasformandosi nel grandtourista dell’Ottocento, scoprirà in un allestimento completamente inedito e immersivo attraverso un’esperienza estetica straordinaria. L’esposizione, infatti, prende l’avvio con il ritratto di Pompeo Batoni proveniente dalla Galleria Nazionale di Palazzo Barberini, e le ragioni per le quali si intraprendeva il gran viaggio. La mostra comprende una cinquantina di opere tra dipinti, sculture e oggetti e coinvolge, infatti, tutto lo spazio museale prendendo avvio da un nucleo di opere collegate direttamente o di riflesso al Grand Tour conservate al Museo Lia. La sezione dei dipinti settecenteschi si compone difatti di importanti episodi figurativi che illustrano massimamente due delle soste irrinunciabili per i viaggiatori del XVIII secolo, Roma e Venezia, modelle infaticabili offerte allo sguardo stupefatto del visitatore erudito. Cartoline di gran lusso, ricordi effettivi dei viaggi compiuti, le tele, come è noto, ritraggono tanto veritieri scorci di paesaggio, evidenziando l’archeologia a Roma e l’acqua e la luce a Venezia, quanto improbabili panorami dove vengono concentrati monumenti fra loro distanti ma riuniti per la delizia del committente: paesaggi e capricci.
Accanto a questa sezione principale, trova luogo un percorso che illustra la scoperta e l’interesse turistico del Golfo della Spezia e della Riviera con il suo immediato entroterra. Proprio l’acquerello di Turner e Girtin compreso nelle collezioni del Museo, ritraente un tratto di riviera spezzina, diviene anello utile a introdurre questa sezione poste in dialogo con un altro cospicuo nucleo materiale di altre Collezioni civiche. In particolare, la raccolta di dipinti di Agostino Fossati esposta nella contigua Palazzina delle Arti costituisce un capitolo di particolare pregio utile a illustrare il territorio e la Città
IL COMMENTO
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