Cultura e spettacolo

Fabio Armiliato, tenore genovese ha presentato il suo libro "Una vita in canto". Tra ricordi, emozioni e il legame indissolubile con Genova, un racconto della sua straordinaria carriera
4 minuti e 25 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - "Una vita in canto": si intitola così il libro, edito da De Ferrari, che ripercorre la vita del tenore genovese Fabio Armiliato, una vita che lo ha portato su alcuni dei palcoscenici della lirica più importanti. Dopo il debutto in uno dei titoli più genovesi più importanti, il "Simon Boccanegra" di Giuseppe Verdi, nel 1984 al Teatro Carlo Felice, c'è stata la sua consacrazione sul palco del Metropolitan Opera con "Il trovatore" nel 1993. Ha calcato poi le scene della Scala, del Teatro Colón di Buenos Aires, della San Francisco Opera, dell'Opéra National de Paris della Wiener Staatsoper e dell'Arena di Verona. Ma è stato un tenore prestato anche ad Hollywood, grazie alla partecipazione al film "To Rome with Love" di Woody Allen. E poi l'amore per Daniela Dessì, il legame indissolubile con Genova, la passione per la musica da trasmettere ai più giovani, i colori blucerchiati. Il volume è stato presentato al Salone del Libro di Torino, in giro per l'Italia e nel foyer del Teatro Carlo Felice, in dialogo con Massimo Arduino, ma anche a Primocanale. 

Una vita sempre in canto quella di Fabio Armiliato?
Sono 40 anni di carriera quest'anno, dato che il 5 agosto dell'84 ho debuttato in "Simon Boccanegra" col Teatro Carlo Felice ad Avignone e da quel momento sono state tante le tappe. Ho vissuto la vita dell'opera lirica a cavallo dei due secoli, quindi ho avuto modo di raccogliere tanti aneddoti, di fare tanti incontri e oggi portare tante testimonianze ai più giovani nelle masterclass. Oggi i giovani hanno bisogno di essere aiutati ad avere molte più opportunità di lavoro e di potersi esibire.

Quando uno si mette davanti a carta e penna, credo che faccia i conti con se stesso, con i ricordi belli, ma anche quelli meno belli della propria vita. Qual è allora il ricordo a cui è più legato e che è riemerso nella scrittura di questo primo libro?
Io non mi sono mai mi sono prefisso di diventare scrittore e l'ho fatto con grande umiltà e con grande senso anche del rispetto nel raccontare le cose con un senso proprio di verità . Io sono uno spirito libero, mi piace esprimere le cose come l'arte ha bisogno di avere quella libertà di espressione in modo da poter dare alle persone degli elementi per poter poi potersi poi confrontare, confrontare e costruire qualcosa insieme. ho passato una infanzia bellissima grazie alla mia famiglia genitori, quindi questo è un ricordo che mi ha portato poi a sviluppare la mia professione dal punto di vista professionale, oltre al debutto che di cui ho parlato prima, è stato ovviamente l'incontro con alcuni personaggi come Franco Corelli o Luisa Maragliano e il maestro Tristano, che mi hanno aiutato moltissimo per la mia formazione. E poi l'incontro con Daniela Dessì, che è stato casuale perché entrambi eravamo nati a Genova, ma ci siamo conosciuti molti anni dopo a New York andando in tour con il Metropolitan e da lì è nata prima una amicizia bellissima e poi un rapporto che per me è stato fondamentale per la mia crescita come uomo e come artista.

Un tenore che si è prestato a progetti differenti, un tenore che ha anche recitato per il grande Woody Allen...
Questa è stata ancora un'altra esperienza di quelle che uno non mette in preventivo. Woody Allen mi ha scelto e io ho avuto questa opportunità di lavorare con lui, è stata un'esperienza straordinaria e il grande schermo mi ha dato ovviamente una popolarità più ampia. Ma ciò che ho amato di più è il fatto che mi ha consentito di raccontare quanto sia importante il nostro patrimonio artistico. Woody Allen parla di opera lirica nel suo film "To Rome with Love" e mi ha dato l'opportunità di poter comunicare questo grandissimo nostro patrimonio, il belcanto italiano oggi diventato anche patrimonio dell'Unesco.

Quello che mi piace di più dei libri di oggi è la possibilità di inserire anche i QR code con cui le pagine del libro diventano un portale digitale per dei contenuti extra che possano accompagnare la lettura. Quali sono le arie che avete scelto per guidare il lettore nel mondo dell'opera lirica? 
Ringrazio Fabrizio De Ferrari, l'editore che ha fatto un lavoro veramente bellissimo sia dal punto di vista grafico e editoriale del libro sia per aver inserito questi brani, molti inediti, alcuni dal palcoscenico. C'è un tango fatto e registrato insieme con Daniela Dessì che è totalmente inedito, poi un'aria di Verdi da "I Due Foscari" che sono che faceva parte di una compilation che uscirà il prossimo anno di arie verdiane. 

E poi c'è Genova, Genova che è Vita... 
Genova Vita è un video bellissimo che rappresenta Genova in tutti i suoi aspetti, un omaggio che abbiamo realizzato proprio per la nostra straordinaria città, che incarna l'essenza del nostro modo essere. Sono molto orgoglioso di averlo realizzato, anche come ambasciatore di Genova nel mondo.

Ma il legame con Genova è dato anche dai colori blucerchiati, cosa pensi della Samp in questo momento?
Sono contento che la squadra si sia potuta salvare dall'estinzione perché era molto vicina ad esserlo e quindi sono contento anche che il campionato scorso siamo riusciti a non solo a rimanere in serie B, ma anche a fare i playoff. Bisogna andare avanti ed essere orgogliosi sempre dei nostri colori e della nostra fede calcistica.