Cultura e spettacolo

Si è confermato crocevia di culture differenti e una festa della condivisione, luogo d’elezione dove sostare e dialogare
1 minuto e 28 secondi di lettura

Settantacinquemila presenze in undici giorni. Sono numeri importanti quelli con cui va in archivio la ventiseiesima edizione del Suq che dal 14 al 23 giugno ha invaso il Porto Antico di Genova con i suoi colori, i suoi sapori e i suoi profumi confermandosi ancora una volta un mercato multietnico crocevia di culture differenti. Una festa della condivisione e un appello partecipato alla pace che ha riscosso un’attenzione senza precedenti anche sui social: Facebook e Instagram sono stati frequentati da quasi 253mila utenti. Il sito del Suq ha avuto più di 25 mila visualizzazioni, con oltre 55mila interazioni con gli eventi e più di 7.500 nuovi utenti.

Ma sono numeri che comunque non rendono appieno l'idea di ciò che è stato tra spettacoli come ad esempio 'Salam/Shalom', incontro tra due genitori, uno israeliano e uno palestinese colpiti dalla perdita dei rispettivi figli o 'Le voci del Suq', festa il cui filo conduttore era l'omonimo libro e le tante parole, in svariate lingue, scelte dalle autrici e dagli autori a comporre un mosaico colorato e accattivante. Al di là di tutto il Suq, ideato un quarto di secolo fa da Carla Peirolero e Valentina Arcuri, ha rappresentato anche l'opportunità, grazie a tredici differenti cucine, di mangiare un cibo che non sapevi esistesse e magari chiacchierare con uno sconosciuto che parla una lingua che non è la tua.

Insomma, impegno civile, condivisione e divertimento vissuti nel nome di un orizzonte in cui la pace è una conquista da ottenere con le azioni di ogni singolo cittadino: un luogo d’elezione dove sostare e dialogare, mettendo al centro le relazioni tra persone, le differenze come scoperta e la conoscenza come un valore più giusto e responsabile, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.