Cultura e spettacolo

Intervista allo scrittore di fama internazionale, in Liguria per girare un docufilm sulla sua vita
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di Silvia Isola

GENOVA - Dal suo libro "Chiamami col tuo nome" è stato tratto l'omonimo film di Luca Guadagnino, l'ultimo film italiano che ha vinto un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Ma anche sulla vita dello scrittore di fama internazionale André Aciman sarebbe da scrivere un romanzo. Nato in una famiglia ebrea sefardita di origini turche, ha trascorso i suoi primi anni nell'atmosfera cosmopolita di Alessandria d'Egitto. Poi la fuga in Italia nel 1965, per sfuggire alle persecuzioni degli ebrei promosse dal presidente egiziano Nasser. Quattro anni dopo, da Roma la sua famiglia si trasferì a New York, dove André ha frequentato il prestigioso Lehman College e poi Harvard. Oggi insegna letteratura comparata alla City University di New York.

Nelle sue tante vite, Aciman si è anche innamorato della Liguria, dove ha anche vissuto per qualche tempo. "'Chiamami col tuo nome' parte proprio da un'immagine, dalla casa che aveva dipinto Monet a Bordighera", racconta l'autore a Primocanale.

"Ho abitato a Bordighera, ho abitato a Bogliasco e quando ho scritto quel romanzo non arrivavo a decidere quale dei due posti fosse il migliore per ambientare il mio racconto. Dunque ho deciso di chiamarla B"

Ed è sullo sfondo della riviera ligure che prende vita anche la pellicola di Guadagnino: "Credo di essere l'unico scrittore che ha apprezzato il film", sorride felice Aciman. Dalla Liguria parte la storia di Elio e Oliver, una storia d'amore, ma anche di crescita, intrisa di quella vena nostalgica che caratterizza la scrittura di Aciman. E dalla Liguria parte anche l'iniziativa di un gruppo di giovani che hanno deciso di realizzare un documentario sullo scrittore. Si tratta di un progetto ideato dal regista Samuele Mancini e dalle autrici Ylenia De Leonardis, Alessia Spinola e Rebecca Roddolo. "Siamo orgogliosi di essere stati i primi ad avere un'idea di questo tipo: è un film che parte dall'amore per la scrittura e dall'amore. Poi della scrittura di Aciman in contatto con la nostra, il nostro territorio. Il nostro auspicio è di farlo arrivare il più lontano possibile. Non abbiamo soltanto la distribuzione italiana come obiettivo, ma vorremo fare un racconto dal punto di vista dell'Italia". 

Egitto, Italia, Stati Uniti. Tante anime differenti che compongono quella dello scrittore che si sente a casa soltanto nell'amore. "Sono partito dall'Egitto, ero un profugo, con la mia famiglia siamo arrivati a Roma: eravamo poveri, non avevamo un soldo. Aiutati dai parenti, abbiamo deciso di partire per New York perché non c'era un avvenire in Italia. Non mi sento né egiziano né italiano né americano, sono sempre spaesato e ho trovato che il desiderio per un'altra persona definisce almeno l'illusione di trovare un casa"

"La mia vera casa si trova nella scrittura ed è lì che ritrovo me stesso. Non mi piace viaggiare tanto e mi piace solamente andare nel mio ufficio e scrivere"

Ed è proprio anche un aspetto che cercherà di cogliere il docufilm, in un mondo come quello di oggi caratterizzato dalla frenesia, una voce come quella di Aciman apre ad una libertà differente e possibile. Protagoniste saranno allora anche la vulnerabilità e sull'intimità dei legami umani, "mostrando come la letteratura e l'arte siano strumenti potenti per comprendere e dare senso alla complessità della vita moderna", sottolinea il giovane team che girerà in Liguria.