C'è sempre un sogno, nella musica, fatto di libertà, amore, rabbia, partecipazione e tante altre cose ancora. Fabrizio De André, che è scomparso 26 anni fa, lo ha sempre cavalcato con testarda determinazione, al di fuori del tempo e delle mode. In fondo, il suo segreto sta tutto qui e il rimpianto per essersene andato troppo presto in una giornata come questa torna inevitabilmente a graffiarti dentro pensando a tutto quello che ancora avrebbe potuto regalarci.
Un artista rivoluzionario
Certo, un artista. Certo, un poeta. Ma di quelli veramente 'rivoluzionari' col suo stare perfettamente in equilibrio tra più anime: una apertamente popolare (da 'Bocca di rosa' a 'Carlo Martello' scritta insieme all'amico Paolo Villaggio), una più dichiaratamente elitaria ('Tutti morimmo a stento', 'La buona novella'), una totalmente mediterranea che trovò in 'Creuza de ma' un manifesto talmente impensabile che il suo stare per settimane e settimane in cima alla classifica fu considerato un vero e proprio evento. Un piccolo gioiello di rigore ed emozione.
Il poeta di una realtà rassegnata
E poi c'è stato quel suo farsi portavoce delle contraddizioni di una realtà rassegnata: i diversi, i respinti, i negletti, gli umili, i condannati alla marginalità. Faber ha dato loro un'anima che era un grido. Senza compromessi, senza distinguo, senza concedere sconti. Ci manca, Faber, e continueranno a mancarci le sue canzoni, schegge di vita vissuta, lampi di suggestioni assorbite da realtà e letteratura (lo 'Spoon river' di Edgar Lee Master), ricche di aneliti libertari e suggestioni anarchiche talmente forti da far breccia nel cuore di tanti, e non solo di coloro disposti a lasciarsi catturare.
Giovanissimi lo hanno adottato come un fratello maggiore
Le poesie che ha schizzato sul pentagramma ormai inserite in molte antologie scolastiche continueranno ad alimentare la colonna sonora di milioni di persone ma più di ogni parola, più di ogni ricordo va sottolineato il modo con cui giovani e giovanissimi, poco più che bambini quando lui è scomparso, abbiano deciso comunque di adottarlo come un fratello maggiore, navigando a vista tra i fondali della sua poetica, tra i suoi versi e la nostra attualità, facendo proprio quel racconto di sofferenza e dolore per un’umanità schiacciata dal Potere che De André ha cantato come nessun altro, prima e dopo di lui.
Iscriviti al canale di Primocanale su WhatsApp e al canale di Primocanale su Facebook e resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria
IL COMMENTO
Se 2500 giorni non bastano per la giustizia sul ponte
Liguria all'avanguardia nella farmacia dei servizi