Cultura e spettacolo

Il volume è curato dalla direttrice Ilaria Bonacossa e vede tra i protagonisti Francesco Berti Riboli
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di Dario Vassallo

E' un volume che documenta la ricchezza di un patrimonio artistico spesso poco conosciuto legato allo sviluppo industriale dell'Italia, mettendo in luce il ruolo delle imprese italiane come promotrici di produzione e ricchezza culturale. Curato dalla direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa in collaborazione con la critica d’arte Marianna Agliottone, lo storico Costantino D’Orazio e la giornalista Marilena Pirrelli, il libro “Il segno dell’arte nelle imprese – Le collezioni corporate italiane per l’arte moderna e contemporanea” testimonia l'impegno di un nucleo di aziende attive in progetti di mecenatismo per le arti visive. Un progetto lanciato dal Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria che incentiva una rappresentanza imprenditoriale consapevole come motore di crescita non solo economica ma anche civile, sociale e culturale.

Un patrimonio davvero importante

"Insieme a Confindustria c'è stato un lavoro di ricerca e mappatura di queste collezioni - spiega Ilaria Bonacossa, direttrice Palazzo Ducale - perché ovviamente ci sono quelle note a chi opera nel mondo dell'arte contemporanea perché magari fanno, le presentano alle fiere e ne ne parlano pubblicamente però tante di queste collezioni in realtà sono messe a disposizione di chi lavora nell'impresa, vengono aperte al territorio due volte all'anno, magari per le visite, ma sono davvero un patrimonio importante".

Il libro rivela 57 collezioni di arte moderna e contemporanea

La pubblicazione accoglie 57 collezioni corporate di arte moderna e contemporanea, raccontando con storie e immagini, testimonianze di esperti del settore e interviste, la passione per l’arte e il desiderio di sostenere la produzione artistica, la contemporaneità e le sue trasformazioni, da parte di imprenditrici e imprenditori di tutta Italia. Tra loro c'è anche Francesco Berti Riboli, vicepresidente di Palazzo Ducale e amministratore delegato della casa di cura Villa Montallegro: "Il tutto nasce perché qualcuno ti contagia - confessa Berti Riboli -, può essere un collezionista, può essere un gallerista, può essere l'amicizia con persone che dell'arte fanno la propria professione. Per quello che mi riguarda è una passione che va avanti da oltre trent'anni e che piano piano, ogni giorno, più che sottrarmi qualcosa, qualcosa me la da".

Emerge il ruolo delle imprese come centri di ricchezza culturale

Nel libro il ruolo delle imprese italiane come catalizzatori di produzione e ricchezza culturale viene accompagnato da quasi 250 immagini che rappresentano le opere di artisti italiani e internazionali riconosciuti nel panorama museale, a partire dal 1870 (data convenzionale per l’inizio dell’arte moderna nell’interpretazione italiana), fino agli artisti contemporanei consolidati ed emergenti.