Cultura e spettacolo

Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Pettenati ha iniziato la sua carriera musicale in giovane età, vincendo un concorso canoro a sei anni e iniziando lo studio della musica a otto
1 minuto e 37 secondi di lettura
di Matteo Angeli
Gianni Pettenati nel 2014

È scomparso all’età di 79 anni Gianni Pettenati, celebre cantante degli anni ‘60 noto soprattutto per il brano “Bandiera Gialla”. Si è spento nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 2025 nella sua abitazione di Albenga, in provincia di Savona, dopo una lunga malattia. L’annuncio è stato dato dalla figlia Maria Laura attraverso un post sui social media, in cui ha scritto: “Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l’amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l’adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata”. 

La sua carriera nella musica iniziata da giovanissimo

Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Pettenati ha iniziato la sua carriera musicale in giovane età, vincendo un concorso canoro a sei anni e iniziando lo studio della musica a otto. Nel 1965 ha vinto il Festival di Bellaria, entrando poi a far parte del gruppo “The Juniors”. Nel 1966 ha inciso il suo primo 45 giri, una cover di “Like a Rolling Stone” di Bob Dylan intitolata “Come una pietra che rotola”. Il successo maggiore è arrivato con “Bandiera Gialla”, versione italiana di “The Pied Piper”, che è diventata un inno della musica leggera italiana degli anni ’60. 

Pettenati ha partecipato due volte al Festival di Sanremo

Nel corso della sua carriera, Pettenati ha partecipato a importanti manifestazioni musicali, tra cui il Festival di Sanremo nel 1967 con “La rivoluzione” e nel 1968 con “La tramontana”, quest’ultima in coppia con Antoine. Oltre all’attività di cantante, è stato anche critico musicale e autore di romanzi, testi teatrali e libri sulla storia della musica leggera italiana. Nel 2018 gli è stato concesso un assegno vitalizio in applicazione della legge Bacchelli per il suo contributo alla cultura italiana. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per il panorama musicale italiano, lasciando un’eredità di brani che hanno segnato un’epoca e continuano a essere amati dal pubblico.