Cultura e spettacolo

Lo spettacolo in scena sabato 29 alle 21 e domenica 30 alle 17.00
2 minuti e 16 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Torna al Teatro Sociale di Camogli, laddove è nato, “Pignasecca e Pignaverde”, il classico goviano che ha ritrovato una nuova vita con la regia e l'interpretazione di Tullio Solenghi. Dopo le otto repliche nell'ottobre scorso andate tutte esaurite, altre due date, sabato 29 alle 21 e domenica 30 alle 17.00, che rappresentano un ritorno a casa nel mezzo di una tournée nazionale (ma farà tappa anche in Svizzera) che sta riscuotendo ovunque un enorme successo.

Un rito collettivo che continua ad alimentare i cuori della gente

D'altronde, quello che va in scena è un rito collettivo che continua ad alimentare i cuori della gente nonostante sia passato più di mezzo secolo da quando Govi, che resta tuttora l'emblema del teatro genovese, si impose in tutta Italia grazie anche all'aiuto della televisione. Perché certe scene e certe gag rimangono indelebili e propedeutiche ad un classico meccanismo di anticipazione della risata, mai puntuale come in questo caso, per cui il pubblico sa già cosa accadrà in certi momenti e inizia a ridere prima, come quando il protagonista Felice fuma il sigaro in posizione verticale per rallentare la combustione e farlo dunque durare più a lungo.

Affronta un classico della genovesità: l'avarizia

Perché 'Pignasecca e Pignaverde', come si sa, è una commedia che affronta uno dei topoi classici della genovesità, l'avarizia, calata in un microcosmo di altri tempi. Qui il protagonista vuol dare la figlia in sposa al cugino anziano, il più ricco mercante di Sampierdarena, pur di avere un un partito con le palanche mentre la ragazza è innamorata di un vicino di casa andato in America a cercare fortuna. Alla fine, ovviamente, tutto si sistemerà con buona soddisfazione anche di Felice che riesce persino ad evitare la dote. Tra dialoghi e situazioni comiche si snoda un piccolo 'Moliere alla genovese' che rispetto ai Maneggi, essenzialmente una commedia degli equivoci, ha il valore aggiunto di una drammaturgia più elaborata e ambiziosa dove anche Govi elabora un personaggio differente.

A differenza dei 'Maneggi' qui chi comanda è il protagonista

“Quello dei 'Maneggi' - spiega Solenghi – è una sorta di maschera bonacciona, una specie di finto tonto preda della moglie, della famiglia, che si lascia un po' trascinare e racconta i suoi aneddoti mentre qui comanda lui, parte tutto da lui ed è lui, nel bene e nel male, l'artefice di tutto quello che succede nella sua famiglia”. Accanto a Solenghi che anche in questo caso non 'imita' Govi ma 'è' Govi, praticamente un clone, contribuiscono al successo dello spettacolo Mauro Pirovano nelle vesti del cugino pretendente e sconfitto, Roberto Alinghieri, Claudia Benzi, Laura Repetto, Matteo Traverso, Stefano Moretti e Stefania Pepe.

 

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