"In funzione di numeri dell'ultima settimana, il picco è stato raggiunto e dovremo essere nella fase chiamata del plateau". Giancarlo Icardi, direttore del dipartimento di Igiene dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova fa il punto sulla situazione coronavirus in Liguria. La seconda ondata è in corso, la pressione sugli ospedali continua a essere importante e il personale medico-sanitario è di nuovo schierato al massimo per fronteggiare l'emergenza. Le misure restrittive adottate iniziano a far vedere i risultati. come nella prima ondata la crescita esponenziale dei numeri di ricoverati si è assestata. Dopo la salita della montagna c'è la pianura nella cima (l'altopiano con numeri alti ma costanti), almeno per un po', poi anche il numero degli ospedalizzati dovrebbe iniziare a scendere così come gli altri parametri.
"Adesso abbiamo un costante numero di casi giornalieri, ci aspettiamo una riduzione in funzione delle misure che sono state prese dal decisione politico. Dopo una decina di giorni plateau ci aspettiamo una riduzione che ci consenta di respirare anche per quanto riguarda il numero di soggetti ospedalizzati" precisa Icardi. Al momento in Liguria ci sono circa 1500 persone in cura in ospedale e oltre 100 in terapia intensiva. L'obiettivo è non sottoporre ulteriormente a pressione le strutture ospedaliere.
L'appello è rivolto ancora una volta a tutti: non abbassare la guardia, mantenere le distanze di sicurezza, lavaggio frequente delle mani e uso corretto delle mascherine. La ricerca svolta dall'Istituto dei tumori di Milano e dall'università di Siena che, analizzando i campioni di sangue prelevati tra settembre 2019 e marzo 2020 ai partecipanti ad uno screening sul tumore al polmone, hanno trovato gli anticorpi al SarsCov2 nell'11,6%, di cui il 14% già a settembre. Quindi di fatto il virus circolava in Italia già a partire da settembre.
"Anche noi nei nostri studi retrospettivi valutando il plasma dei donatori di sangue avevamo ipotizzato che il virus circolava da dicembre. Anche se avesse iniziato a girare nel periodo di fine estate si trattava di una circolazione sporadica. Poi a gennaio e febbraio abbiamo visto una circolazione più massiccia in Lombardia e poi in Liguria da fine febbraio" ha spiegato ancora Icardi.
Capitolo vaccino, si corre da questo punto di vista. Il più avanti di tutti è quello realizzato dalla Pfizer-Biontech. Le prime dosi sono attese in Italia a partire da gennaio per poi arrivare a una distribuzione più massiccia intono alla metà del 2021. Un'affidabilità alta ma anche una conservazione complessa con il vaccino che deve restare sotto i 70 gradi.
"Si sta studiando tutta la parte legata alla logistica del trasporto, alla corretta conservazione e poi la somministrazione alla popolazione - spiega ancora il direttore del dipartimento di Igiene dell’ospedale Policlinico San Martino. Ricordiamo che prima avremo poche dosi che saranno destinate alla parte della popolazione più a rischio. I dubbi sulla conservazione? Siamo riusciti negli anni '60 a conservare il vaccino della poliomelite, sono convinto che la nostra sanità pubblica sia in grado di individuare quelle strutture che sono capaci di ricevere, conservare e somministrare il vaccino. Inoltre questo non è l'unico vaccino, ce ne sono molti altri e tre-quattro di questi, che hanno regole meno stringenti di conservazione, ci aspettiamo vengano messi in distribuzione nel corso dell'anno prossimo" conclude Icardi.
Al momento nel mondo sono 18 i vaccini allo studio, tra la fase I e la fase III, e di questi quelli arrivati all'ultimo stadio del trials sono 10. Nelle ultime settimane sembra iniziata una sorta di sprint finale da parte di alcune delle aziende che stanno lavorando su questo vaccino. Ultima ad annunciare i primi risultati della fase tre e' stata la ModernaTx, azienda americana, che ha parlato di efficacia al 94,5%, andando cosi' a superare gli annunci dei russi della Gamaleya, 92%, e degli altri americani della Pfizer al 90%.
In Europa, la distribuzione potrebbe partire a inizio gennaio se verrà approvato almeno un primo vaccino, con gli effetti sulla pandemia che si vedrebbero entro l'estate. La sperimentazione del vaccino di Moderna ha coinvolto 30 mila persone negli Stati Uniti, a meta' delle quali sono state somministrate due dosi di vaccino, a distanza di quattro settimane; al resto solo placebo, iniezioni di acqua salata. L'analisi si è basata sui primi 95 pazienti che hanno sviluppato i sintomi del Covid-19: solo cinque dei contagi hanno riguardato persone vaccinate, 90 invece avevano ricevuto il placebo. Di Andrea Popolano
salute e medicina
Covid in Liguria, Icardi: "Picco raggiunto, ora siamo nel plateau"
Il punto sui vaccini, a metà gennaio le prime dosi
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