"Rischiamo che centinaia di cose messe in piedi per il 25 aprile ora vengano oscurate da questi imbecilli, che come tutti i ratti escono al buio". E' il commento di Massimo Bisca, presidente Anpi Genova, alla notizia delle svastiche fatte sulle lapidi a Mele per i martiri del Turchino e a Ceranesi per i Combattenti partigiani. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Immediata la rimozione dei segni, ordinata dalle rispettive amministrazioni comunali.
"Come quelli che vogliono trasformare il 25 aprile in una cosa diversa: sono condannati dalla storia e dal buon senso delle persone. Poi a me fa male, aveva ragione Vittorio Foa quando disse a Giorgio Pisanò al senato 'Abbiamo vinto noi, tu sei qua. Avessi vinto tu, io sarei o contro un muro fucilato o mi avresti mandato in un campo di concentramento’. Quanti hanno combattuto per la Liberazione si sono battuti per permettere a questi cialtroni di fare queste porcherie. Questi sono irrecuperabili e comunque sono sconfitti dalla storia. Non vorrei che dietro due scritte di due imbecilli si perda il senso di questa giornata che è straordinaria, da tutte le notizie che ho da tutti i comuni della provincia, quest'anno ci sono più persone che seguono questa data", ha detto Bisca.
"Sono state fatte ad arte, non è improvvisazione. C'è il segno di una mascherina, una dima, usata per disegnare le svastighe con la vernice. Domani guarderemo le telecamere, può essere passato chiunque. Speriamo bene che sia l'ultima volta, siamo rimasti con l'amaro in bocca. Almeno il rispetto per i morti, quello è sacro", raccontaun avvilito sindaco Enrico Piccardo, primo cittadino di Masone, comune di 3600 anime nell'entroterra della provincia di Genova, in quella Valle Stura alle spalle dell'appennino che separa il versante settentrionale dalla costa del ponente di Genova. E' qui, a metà strada tra i comuni di Mele e Masone, nella galleria del passo del Turchino sulla statale 456, che questa mattina nel giorno dell'anniversario della Liberazione i carabinieri hanno scoperto due svastighe verniciate con lo spray nero sulle due targhe dedicate alla memoria delle vittime della strage del Turchino.
"Erano due,- una sulla targa dal lato di Mele e una identica su quella dal lato di Masone. Stavamo deponendo una corona al sacrario quando mi hanno contattato per dirmelo: ci siamo guardati in faccia con il rappresentante dell'Anpi, sconsolati. Sono cose che si commentano da sole, se uno si guarda allo specchio dopo aver fatto una cosa del genere non può fare altro che sputarsi addosso. E' la memoria delle persone che ne va di mezzo. Ce lo hanno segnalato i carabinieri che stavano pattugliando la zona. Sono andato a vedere e ho chiamato un operaio. Con i solventi non riuscivamo a cancellarla così abbiamo usato una spazzola metallica. Qui in Valle Stura fu una scia di sangue, è stata la coda dell'eccidio della Benedicta, ci saranno stati una 90ina di morti. Anni addietro all'imbocco della strada dove furono fucilati in 59, verso il passo del Faiallo, erano state dipinte in terra alcune scritte, vennero cancellate ma qualcosa si intravede ancora. Sono episodi che si commentano da soli", ha concluso Piccardo.
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Svastiche sulle lapidi dei partigiani, Anpi: "Imbecilli condannati dalla storia"
I simboli sono comparsi a Mele e a Ceranesi
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