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In maggioranza Toti e Muzio votano contro, Balleari e Vaccarezza escono, il resto dei consiglieri si astiene. Il documento impegna la giunta a prendere le distanze dalle parole dell'assessore del Comune di Genova
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di Davide Lentini

GENOVA - Il Consiglio regionale, a distanza di mesi, torna sul caso della barzelletta sugli ebrei che l’assessore del Comune di Genova, Lorenza Rosso, pronunciò in sinagoga creando non poco imbarazzo tra i presenti. E lo fa con un ordine del giorno presentato dal capogruppo Pd Luca Garibaldi, approvato a sorpresa con i voti dell’opposizione. La maggioranza, infatti, si è divisa tra chi si è astenuto, chi è uscito dall’aula e chi, come il presidente Toti, ha votato contro.

Di fatto il documento impegna la giunta "a prendere le distanze dalle parole dell’assessora Rosso, stigmatizzando le dichiarazioni fatte in rappresentanza del Comune di Genova; a manifestare solidarietà alla comunità ebraica di Genova e a promuovere iniziative di formazione civica e culturale sull’evoluzione del razzismo nella storia e nella società, da rivolgere a chi siede nelle assemblee elettive dei Comuni liguri". Nell’ordine del giorno si ricorda anche che nella Giornata europea della cultura ebraica tenutasi a Genova, "l’assessora avrebbe usato espressioni dal valore antisemita".

Ma come si è arrivati all’approvazione del documento con i 12 voti dell’opposizione? Durante la discussione in aula il presidente Toti ha condiviso la difesa della cultura ebraica, ma ha ricondotto l’episodio a un incidente "pur sgradevole" e ha chiesto il ritiro dell’ordine del giorno, in quanto secondo lui avrebbe avuto una formulazione troppo ristretta. Al rifiuto del capogruppo Pd Garibaldi, che lo aveva presentato, Toti ha deciso di votare contro lasciando libertà agli altri consiglieri di maggioranza. L’unico a votare contro come Toti è stato Claudio Muzio di Forza Italia. Angelo Vaccarezza di Cambiamo-Lista Toti e Stefano Balleari di FdI hanno definito il documento "politicamente strumentale e pretestuoso" e hanno chiesto alcune modifiche, che sono state rifiutate. A quel punto hanno scelto di uscire dall’aula al momento del voto. Gli altri consiglieri di maggioranza si sono invece astenuti. Ed è così che l’ordine del giorno è passato.

L’episodio al centro della questione risale al 18 settembre scorso quando l’assessore Rosso, incaricata di portare il saluto istituzionale del Comune di Genova, raccontò in sinagoga, davanti alla comunità ebraica, una "storiella" che a sua volta – disse – le aveva raccontato un amico ebreo: "Sai perché gli ebrei hanno un naso grande? Perché l'aria è gratis. Direi che questo accomuna ancora di più le nostre comunità", facendo riferimento alla proverbiale "avarizia" dei genovesi. In sinagoga calò il gelo, seguirono polemiche politiche con la richiesta di dimissioni, respinte, e le successive scuse pubbliche del sindaco di Genova e della stessa Rosso alla presidente della comunità ebraica.