GENOVA - Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, rispondendo alle interrogazioni in aula, durante il consiglio regionale, ha tracciato le linee guida sulla futura nascita del rigassificatore nelle acque liguri. Il piano energetico nazionale è stabilito e normato dal decreto aiuto dell’ex governo Draghi. Nelle scorse settimane il commissario dell’esecutivo è stato nominato ed è stata istituita la pratica. Ci sono tre anni di tempo per collocare la nuova nave di rigassificatore, una delle quattro previste dal piano di governo.
“La Liguria che ospita i principali impianti del Paese ha dato la sua disponibilità a farlo costruire sul nostro territorio, perché è utile per l’Italia ed è necessario - ha spiegato il presidente Giovanni Toti -. Bisogna stabilire una collocazione esatta e le opere compensative da realizzare, e in quali zone. Saranno questi i lavori da portare avanti nei prossimi mesi”. L’impianto verrà collocato nella zona dell’Autorità portuale del Mar Ligure occidentale.
"Si tratta di un'opera consolidata in Italia con bassissimo contenuto di rischio, sono aree all shore fuori dai confini del comune che verranno affiancate da opere compensative - prosegue il presidente Toti -. Chi pensa alla transizione ecologica che spinge verso le rinnovabili e crede che il rigassificatore non vada bene, consiglio di studiare con maggiore attenzione. Se è vero che le rinnovabili producono energia, è altrettanto vero che il gas è un elemento di continuità e il piano energetico prevede le quattro navi italiane che devono produrre gas".
I rigassificatori vengono posizionati dove ci sono i più importanti porti petroliferi del Paese. Giovanni Toti ha poi annunciato che terrà aggiornato il consiglio regionale e che da settembre sarà più chiara la velocità dell'iter con tutti i dettagli di questa operazione.
IL COMMENTO
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