ROMA - È arrivata alle battute finali la love story, più story che love tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. Una rottura che era incominciata diversi mesi fa, con insinuazioni reciproche e scambi al veleno. A dire "basta" al rapporto turbolento tra Italia Viva e Azione ci ha pensato il senatore romano, che questa mattina durante una trasmissione televisiva ha confermato che i gruppi parlamentari si scioglieranno, riportando le parole di Renzi. "Credo che sarà così, lo ha detto anche Renzi - ha spiegato Calenda -, ora siamo due partiti separati, non ho voglia di mettermi a discutere con Italia Viva, faranno la loro strada alle europee e noi faremo la nostra".
Secondo l'ex ministro la separazione dei gruppi dipende da Iv, "siccome quei gruppi sono stati eletti con un logo, con un simbolo con il mio nome, io non posso andarmene via da un gruppo che si chiama anche Calenda. Lo possono fare loro, lo facessero quando gli pare" ha concluso durante l'intervista Carlo Calenda. Non si è fatta attendere la replica del partito renziano, che ha sottolineato come "in realtà il gruppo non abbia il nome di Carlo Calenda, ma si chiami Azione-Italia Viva-Renew Europe". Accuse che ribadiscono la distanza siderale tra gli eterni amici-nemici che sembrano aver scritto fine al loro rapporto professionale e, probabilmente, umano.
Le divergenze, ultime ma solo in ordine di tempo, riguardano l'incontro di domani tra le opposizioni e la premier Meloni sul salario minimo. Un incontro annunciato per discutere della proposta che arriva direttamente dalla minoranza, compatte con la sola eccezione proprio di Italia Viva, che aveva già annunciato che non ne avrebbe preso parte. Al centro i contratti che non arrivano ai 9 euro, cifra sotto la quale secondo Pd, Azione, Mov5s e gli altri partiti non può "essere accettata in Italia". Insomma, che il salario minimo non possa aver diviso definitivamente Azione e Italia Viva, avvicinando almeno sul tema, Partito democratico e Azione. Con il Movimento Cinque Stelle alla finestra.
IL COMMENTO
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