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Da Azione a Verdi e Sinistra, passando per il Movimento Cinque Stelle, sarà questo il lungo tavolo al quale il Pd dovrà avere la capacità di far sedere tutti, nessuno escluso
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di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - 2-0 e palla al centro, in quel centrodestra che negli ultimi giorni ha dato il proprio disco verde al possibile terzo mandato del presidente Giovanni Toti. All'elenco manca ancora Forza Italia, che per il momento non ha emulato l'endorsement di Fratelli d'Italia e Lega. Ultimo, solo in ordine di tempo, quello del segretario regionale del Carroccio Edoardo Rixi. Il Toti ter potrebbe quindi ricevere il doppio via libera, sia dal punto di vista legale che da quello politico. Ma per il Partito democratico questa serenità apparente, questa fiducia nell'ex forzista, è solo di facciata. "Noto una grande confusione nella maggioranza, se ci fosse la possibilità di presentare una mozione di sfiducia oggi Toti sarebbe sfiduciato, in realtà nessuno vorrebbe dirgli di continuare a governare - aveva commentato nelle scorse ore il segretario regionale del Pd Davide Natale -. Non lo diciamo solo noi, lo rimarcano i sindaci del territorio, le associazioni che sono in sofferenza".

Natale, ma su quali temi Toti sarebbe in difficoltà?

Dalla sanità ai trasporti, passando per l'ambiente. Pensiamo al rigassificatore, alle tariffe delle Cinque Terre. Mi chiedo, ma quanti casini deve ancora fare prima che qualcuno gli dica basta?

Insomma, che l'opposizione giudichi negativamente la maggioranza, è storia risaputa, sarebbe strano il contrario. Ma come si suol dire, è opportuno guardare all'interno del proprio territorio di confine, senza travalicare, ed è quello che dovrà fare il Partito democratico, e più in generale un centrosinistra chiamato a lavorare ai prossimi appuntamenti elettorali. E calendario alla mano non può non essere quello di fine 2025 o inizio 2026, quando la Liguria sarà chiamata a eleggere il nuovo consiglio regionale e la nuova giunta. E allora, quando verrà individuato il candidato presidente del centrosinistra? Presto per parlarne, ripetono come un mantra i dem, mentre dai partiti potenzialmente alleati si chiede di accelerare i tempi. "Noi abbiamo detto, il giorno della mia elezione, che i primi obiettivi sono le Amministrative e le Europee 2024, dove saremo notevolmente impegnati. Da quella data, entro settembre, avremo il nostro candidato presidente" ha spiegato il segretario e consigliere regionale Natale.

Che caratteristiche, ma anche doti, dovrà avere la persona che individuerete?

Dovrà essere un candidato capace di coinvolgere i territori, l'associazionismo, i comitati e tutti coloro che non si sentono rappresentati. Sicuramente come centrosinistra abbiamo fatto degli errori, abbiamo guardato al nostro ombelico. Adesso l'obiettivo è quello di essere espansivi, cercando di parlare a un campo largo e di costruire una proposta di governo di rottura con quello che noi oggi purtroppo conosciamo.

La politica non è un giuramento, non si esclude nulla. E così non può fare Davide Natale, che però ha già fatto capire che non è un amante delle Primarie, sulla scia della segretaria Elly Schlein, che punta a scegliere i candidati attraverso tavoli di confronto. "Vogliamo individuare una personalità che possa rappresentare un campo largo, larghissimo, che non è solo insieme di liste politiche ma anche sociali, capace di parlare al mondo del lavoro, alle imprese piccole e medie, al mondo dell'associazionismo ambientale, al mondo della scuola e a quello della politica - ribadisce il segretario regionale Natale -. Serve confronto quotidiano con questi mondi che non vogliono assistere a partite tra ultras ma a squadre che abbiano la capacità di coinvolgere". Come dice Elly Schlein, se c'è una persona che può rappresentare questo modello non servono altre sovrastrutture. Se invece ci sono più personalità allora potrebbe essere necessario ricorrere alle Primarie.

Ad alleanze, Natale, come siete messi? Al tavolo di confronto si siederanno rappresentanti del centro fino alla sinistra?

Non possiamo far preferire il merito al contenuto, lo abbiamo fatto troppe volte - pensando che la partecipazione numerica fosse la soluzione di tutti i nostri mali. Sono convinto che per la Liguria si debba fare un lavoro di sintesi e di confronto senza andare a contarci tra di noi, io punto a un campo che sia larghissimo, per questo bisogna trovare delle personalità che sappiano fare sintesi, con la capacità di parlare a mondi diversi".

Da Azione a Verdi e Sinistra, passando per il Movimento Cinque Stelle, sarà questo il lungo tavolo al quale il Pd dovrà avere la capacità di far sedere tutti, nessuno escluso.

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