ROMA - Da settembre ad oggi chiedeva emendamenti alla manovra di bilancio, per evitare i tagli a tutto il comparto della cultura, tagli che riguardano anche il Teatro Carlo Felice. Ma dopo l'accusa di conflitto di interessi da parte di uno dei deputati di Fratelli d'Italia in commissione cultura alla Camera nella giornata di giovedì, il senatore ligure Luca Pirondini non ci sta, specialmente dopo che già dallo scorso 6 dicembre aveva rassegnato le dimissioni al primo cittadino Marco Bucci dal consiglio di indirizzo del teatro, con effetto immediato. "L'accusa farebbe ridere, se la questione dei tagli alla cultura non fosse un tema tremendamente serio", commenta così la situazione, raggiunto al telefono da Primocanale. Il musicista e politico genovese del Movimento 5 Stelle da tempo faceva parte del consiglio di indirizzo del Teatro Carlo Felice.
"La posizione da me ricoperta in quella istituzione è sempre stata di pubblico dominio e il meloniano che mi accusa dovrebbe sapere che nelle fondazioni liriche non esiste alcun consiglio di amministrazione, ma solo un consiglio di indirizzo in cui ho rappresentato il Ministero della cultura sempre a titolo gratuito fino a quando non ho rassegnato le dimissioni, proprio in ragione del taglio operato da questa maggioranza"
Ed è proprio in virtù di questo ruolo che il senatore fin dall'inizio del suo mandato a Roma ha sempre portato all'attenzione l'importanza di evitare tagli alla cultura, non solo genovese. I tagli decisi a settembre hanno riguardato l'intero Fondo per lo spettacolo dal vivo, cioè il FUS, e di conseguenza tutti i teatri, non solo le fondazioni liriche, così come il mondo del cinema a cui sono stati tagliati 100 milioni. Ecco perché Pirondini a più riprese ha sollevato il tema, proponendo un ordine del giorno che è stato votato all'unanimità dalla commissione cultura, proprio per presentare un emendamento alla manovra di bilancio. Emendamento che verrà presentato soltanto se la maggioranza lo vorrà, "la stessa maggioranza che ha deciso di tagliare fondi, tra cui anche quelli per il Teatro Carlo Felice". E sempre il Governo Meloni ha tagliato il fondo straordinario previsto dalla cosiddetta "Legge Genova".
Nel tempo sono stati diversi i tagli apportati ai fondi del Carlo Felice, si è passati da 2,5 milioni di euro originari a poco più di 872 mila di euro. E adesso ulteriori 44 mila euro verrebbero tagliati: tutto questo ostacola l'operato del teatro che sempre più è a disposizione del territorio, con concerti diffusi e gratuiti in città e in tutta la regione.
"Se l'accusa che mi si rivolge è quella di aver difeso una delle realtà culturali più importanti del Paese, fiore all'occhiello della Città di Genova come il Teatro Carlo Felice, lo ammetto: sono colpevole. Davanti al taglio di risorse per questa istituzione previsto dalla manovra dei "patrioti" non potevo restare immobile, nel pieno rispetto del mio mandato di parlamentare espressione del territorio in cui sono stato eletto"
Ma i temi sollevati dal senatore sono stati tanti, dal ripristino dei corpi di danza nelle fondazioni liriche all'istituzione di asili musicali, dopo il progetto sperimentale e pilota che continua ad essere portato avanti dal Carlo Felice.