Cultura e spettacolo

L'opera di Massenet in scena da venerdì 17 novembre
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di Dario Vassallo

E' l'opera che traduce musicalmente le angosce di un personaggio che è diventato il paradigma dello spleen esistenziale. Dopo 'Béatrice et Bénédict' il sipario del Carlo Felice torna ad aprirsi venerdì 17 per il 'Werther' che Jules Massenet scrisse nel 1887 traendo spunto dal romanzo epistolare di Goethe 'I dolori del giovane Werther' diventato un best-seller in tutta l’Europa preromantica. Tra amore e morte, composto più per soddisfare una propria esigenza interiore che per compiacere le richieste di un pubblico e una critica diventati sempre più esigenti, è da molti considerato il capolavoro del grande compositore francese e sicuramente la sua partitura meno convenzionale: “E' opera straordinaria che attraversa tutte le generazioni e tutti i gusti – afferma con orgoglio il Sovrintendente Claudio Orazi - dove viene messo in musica uno dei miti romantici per eccellenza".

"Siamo particolarmente felici di questo nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro dell'Opera Nazionale di Zagabria che inizialmente aveva previsto la partecipazione del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e del Maestro Gergiev che si è purtroppo dovuta interrompere a causa del conflitto bellico anche se contiamo di recuperarla dopo questa edizione”.

L'opera narra la tragica vicenda amorosa fra il protagonista e Charlotte che per un giuramento fatto alla madre sul letto di morte decide di rinunciare al suo amato in favore di Albert. La disperazione porterà Werther al suicidio. Sul podio salirà Donato Renzetti, direttore emerito del Carlo Felice (“Massenet era affascinato dal sottile lirismo della melodia amorosa e l'orchestrazione è di una raffinatezza unica, libera da schemi rigidi”) mentre scene, costumi e regia sono affidati ad un vero e proprio mostro sacro del cinema italiano: Dante Ferretti, dieci nomination all'Oscar in collaborazione con la moglie Francesca Lo Schiavo e tre statuette vinte per 'The aviator', 'Sweeny Todd' e 'Hugo Cabret'. Un artista che ha lavorato, tra gli altri, con Pasolini, Fellini, Petri, Bellocchio, Cavani, Scorsese, Burton e De Palma: “E' un'opera che conosco bene – confessa - perché già l'ho fatta con la regia di Liliana Cavani e Bocelli protagonista. Ho scelto un'ambientazione anni '30 e una regia quasi cinematografica dal momento che il cinema mi riguarda molto di più da vicino, pur amando comunque il mondo della lirica".

"Mettere in scena il 'Werther' significa saper rendere la passione e la follia sotterranea che pervadono il protagonista e che con il passare del tempo tracimano divorando il piccolo mondo perfetto della provincia più gretta. Non esiste possibilità di riconciliazione".

"I contrasti tra le regole dettate dalle convenzioni sociali e l'amore nella sua accettazione più romantica producono solamente dolore e morte e questi sono i concetti fondamentali che ho voluto esprimere”.

Contemporaneamente alla 'prima' di venerdì 17 che andrà regolarmente in scena dal momento che non è previsto lo sciopero inizialmente paventato per problemi sindacali legati al rinnovo di un contratto di lavoro atteso da moltissimi anni verrà inaugurata nel primo foyer del teatro la mostra 'C'era una volta' dove fino a domenica 26 sarà possibile ammirare alcune opere pittoriche di Dante Ferretti.