GENOVA - Sanità, spioni e fine vita: sono diversi gli argomenti affrontati nell'intervista al presidente di Regione Giovanni Toti.
Partiamo dalla decisione del Consiglio di stato di respingere il ricorso di Italia Nostra e altre associazioni ambientaliste contro il nuovo Galliera: l'avete definito un 'passo decisivo'.
“Lo è certamente, si tratta di una pronuncia del Consiglio di Stato, siamo al massimo grado di giudizio. È un passo che arriva sempre troppo tardi per quanto avremmo voluto ma che finalmente sblocca un grande investimento sanitario di questa città stoppato da una serie di ricorsi che oggi possiamo definire ingiusti. E' quindi una buona notizia. Resta però quella pessima, e cioè che per fare un investimento serio in questo Paese si deve sempre passare attraverso una giungla di ricorsi. Mi sto occupando di Galliera fin dal principio del mio primo mandato, dal 2015-2016 che si lavora a questo progetto. Resta lo stupore di sentire qualcuno parlare di ritardi nella sanità, fare polemica sui mancati investimenti, salvo poi fomentare e appoggiare ogni genere di comitato o di ricorso che blocca le opere. Mi sembra schizofrenico”.
Le polemiche sulla sanità comunque non si esauriscono con il Galliera: c'è stata, per esempio, una conferenza di Linea Condivisa che ha tracciato una vera ecatombe in sanità. Lei come risponde a queste critiche?
“La realtà è che la Liguria è una delle regioni in cui la sanità va meglio in Italia. Bisognerebbe finirla di raccontare delle panzane, soprattutto da parte di chi la sanità in questo Paese e in questa regione l'ha distrutta nei decenni passati: distrutta con delle riforme iper stataliste che hanno annientato il sistema del merito e della competenza nel mondo sanitario. L'ha distrutta chiudendo ospedali quando governava, l'ha distrutta mandando in rosso i conti della sanità, sbagliando programmazione universitaria pur disponendo per anni di ministri che non sono riusciti a fare nessuna riforma organica. Noi oggi possiamo parlare di una sanità che ha ripreso il suo percorso di investimenti e quello che stiamo facendo sulle liste d'attesa, sull'edilizia sanitaria, e per cercare di migliorare sempre di più le prestazioni credo sia qualche cosa di cui dobbiamo ringraziare tutti i medici e gli operatori sanitari che compiono ogni giorno sforzi grandissimi”.
Io non ho nulla da nascondere ma non è che qualcuno, mentre stiamo parlando, ci sta spiando?
“Questo non lo so, nemmeno io ho nulla da nascondere. Quindi se ci vogliono spiare facciano pure, perderanno qualche ora del loro tempo in un'attività particolarmente tediosa per loro, per la loro vita. Dopodiché anche in questo caso io spero si faccia chiarezza su quel grandissimo volume di dossier che non si capisce chi abbia ordinato e a quale scopo. Quello che a me stupisce, e lo dico da giornalista, parlando del suo e del mio mestiere, è che ci siano alcuni giornali che sono particolarmente quotati e portati al moralismo, che si vantano di rispettare la deontologia, che si reputano i cani da guardia del potere, e che poi mettono le mani in cose maleodoranti e le utilizzano in un modo che la deontologia francamente non prevede”
E' comunque chiaro che il confine tra giornalismo e abuso è molto sottile
“Certo, è sottilissimo. Io credo che il giornalismo abbia nel nostro Paese tutti spazi di libertà ed è giusto così. Penso però che non sia corretto che alcuni giornali vadano a pescare in archivi e istituti che hanno scopi ben più importanti rispetto al verificare il mio o il suo conto corrente”.
Presidente, lei è un giornalista: vuole diventare anche editore?
“Dio me ne scampi, non me lo potrei permettere e non ne ho neanche le capacità, tantomeno mi occupo di compravendite di aziende che siano esse editoriali, logistiche, manifatturiere o turistiche. Nel caso a cui lei allude, quello che riguarda il Secolo XIX, si tratta di voci totalmente inconsistenti e non capisco per quale ragioni si insista con lo strumentalizzarle. Quello che scrivono i giornali talvolta mi piace e talvolta no ma io faccio il mio mestiere che è quello di Presidente di Regione.
Quindi conferma che si tratta di semplici illazioni.
“Guardi, a me il Secolo interessa perché è il quotidiano della città in cui lavorano tante persone che spero continuino a lavorarci. Rilevo che la proprietà ha venduto molti dei suoi giornali in giro per l'Italia, dal Veneto alla Sardegna alla Toscana. Non so dirle se abbiano intenzione di fare lo stesso qui perché non mi è stato detto. Posso pensare che, avendo venduto quasi tutte le partecipazioni locali, in caso di una buona occasione potrebbero decidere di farlo anche a Genova. E nel caso dovesse arrivare un nuovo editore mi auguro applichi il contratto della Federazione nazionale della Stampa, presenti un suo piano editoriale, scelga il suo direttore o confermi quello che c'è. Insomma, sono tutte dinamiche che totalmente estranee alla politica. Se poi il Comitato di redazione del Secolo avrà bisogno di un sostegno per i livelli occupazionali, per il contratto, per tutto, noi ci saremo come ci siamo sempre stati. Al momento nessuno mi ha chiesto niente, né l'editore né i sindacati e quindi io francamente tendo a non occuparmene”.
Argomento Erzelli: quando si è iniziato a parlarne lei probabilmente faceva lo stagista a Mediaset o forse era ancora all'università. Perché questa volta dovremmo credere che sia quella giusta?
“Intanto perché per la prima volta ci sono i soldi, che non è una cosa banale. Abbiamo firmato il contratto e assegnato a una conglomerazione di imprese la realizzazione del primo lotto. Lo diceva lei, se ne parla dal almeno un ventennio e ora ci siamo. Il cantiere aprirà di qua a qualche giorno, il tempo di consegnare le aree, immagino nell'immediato dopo Pasqua. Si tratta di aziende molto serie e note nel panorama italiano e che quindi porteranno con onore il contratto a termine. Inoltre il ministro dell'Economia, che ho incontrato nel mese di novembre, ha deciso, e lo ringrazio, di finanziare anche il secondo lotto. Oggi c'è una copertura quasi totale di 200 milioni quindi andremo a bando di gara entro la fine dell'anno anche con il secondo lotto”.
Mi racconta cosa sta succedendo in Consiglio regionale? C'è molta fibrillazione e diversi cambi di casacca.
“È chiaro che in una politica che cambia per consistenza dei singoli partiti e in capacità elettorale, gli esponenti politici tendano a valorizzare la loro figura laddove ritengano di avere migliori chance. Magari talvolta si rendono conto che la linea politica dei partiti, dopo otto o nove anni, non aderisca più alla loro. Però trovo sia serio, a destra e a sinistra, che tutti i fuoriusciti abbiano continuato a sostenere le loro coalizioni”.
Però non si può non notare un certo attivismo e anche una certa attrattività di Forza Italia.
“Per il momento io ho visto un solo consigliere cambiare verso Forza Italia, allora potremmo dire che Azione ha la stessa attrattività. Dopodiché io auguro a Forza Italia la miglior fortuna: sono miei alleati quindi spero che abbiano un ottimo successo perché siccome mi sostengono più sono, più sono forti, più sono felice per loro, così come per la Lega, così come per Fratelli d'Italia.”
Chiudiamo con il tema del fine vita. Mi parli della legge regionale in arrivo e del rischio di politicizzarla: quando lo si fa, nei temi etici, si perde sempre.
“Si tratta di una legge che hanno presentato gruppi autonomi del Consiglio e quindi non è una legge di governo regionale, né avrei potuto proporla visto che all'interno della mia maggioranza, come all'interno dell'opposizione, su questo tema ci sono visioni molto diverse che trascendono la disciplina di partito. Stiamo cercando di fare uno sforzo comune per garantire ai cittadini quei diritti che la Corte Costituzionale chiede che siano tenuti in grande considerazione. Quindi io mi auguro che nessuno voglia farne un elemento di politicizzazione a proprio vantaggio, abbiamo visto il ddl Zan in Parlamento crollare perché qualcuno voleva farne la bandiera della propria politica contro una destra becera e retriva: con questo atteggiamento neppure Italia Viva alla fine si è trovata nelle condizioni di poterlo votare. E' un errore che nessuno deve ripetere”.
Grazie Presidente.
IL COMMENTO
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