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I giudici decideranno entro due o tre giorni se Giovanni Toti potrà tornate libero o, in subordine, ottenere un obbligo di rimanere nel comune di Ameglia, nello spezzino, dove abita, o il divieto di soggiornare a Genova. La richiesta è stata presentata oggi in udienza dall'avvocato Stefano Savi con il presupposto che non sussistono più i requisiti per mantenere le misure in atto che potrebbero sussistere in forma attenuata.

Savi ha chiesto un parere, depositato al Riesame, al presidente emerito della Corte costituzionale Sabino Cassese. Nell’emettere misure cautelari, scrive Cassese nella sua relazione, è necessario tener conto «non solo della gravità dei fatti, ma anche degli effetti che si producono, direttamente e indirettamente, sul buon andamento della pubblica amministrazione, che richiede la continuità dell’attività amministrativa, nonché sul rispetto della volontà popolare manifestata con la scelta del presidente “per diretta investitura popolare”». 

Il presidente emerito si richiama anche alla sentenza della Consulta che, nel 1981, ha interpretato l’articolo 48, comma 4, della Costituzione, «il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge».