AMEGLIA - Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria.
"Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all'ufficio protocollo dell'Ente è stato questa mattina alle 10.40 l'assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti", si legge nel comunicato emesso dall'ufficio stampa di Giacomo Giampedrone.
Dopo ottanta giorni agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Ameglia dopo l'arresto per presunta corruzione, falso e abuso d'ufficio, Toti lascia la poltrona da governatore durante le battute finale dell'inchiesta che il 7 maggio ha terremotato Regione Liguria e ha portato ai domiciliari Aldo Spinelli e il figlio Roberto e l'ex presidente di Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini. Giovedì infatti sono stati sentiti gli ultimi testimoni mentre dovrebbe concludersi a breve l'analisi forense dei telefonini e dei dispositivi sequestrati quasi tre mesi fa.
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In base all’art. 126 della Costituzione le dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti comportano automaticamente le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento anticipato del Consiglio., lo comunica Regione Liguria in una nota.
Da quel momento il Consiglio regionale, la Giunta regionale e il presidente facente funzioni entrano in regime di prorogatio fino all’insediamento del nuovo consiglio regionale e della nuova Giunta, per assicurare la continuità amministrativa dell’Ente e poter compiere quelle attività di ordinaria amministrazione o atti indifferibili e urgenti che si rendessero necessari nel periodo transitorio.
Dal punto di vista istituzionale le elezioni verranno convocate dal presidente facente funzioni della Giunta regionale Alessandro Piana d’intesa con la presidente della Corte d’Appello di Genova e si svolgeranno entro il termine di 90 giorni dalla data delle dimissioni. "La Giunta ringrazia sentitamente Giovanni per l'importante lavoro svolto in questi anni -dichiara il presidente ad interim Alessandro Piana- e si augura che possa ritrovare quanto prima la giusta libertà personale e familiare. Ora proseguiamo in questo periodo verso le elezioni con tutta quella serie di impegni necessari per la Liguria nell'ambito dell'ordinaria amministrazione".
La lettera del Presidente Toti
Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’ incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da Presidente della Giunta Regionale della Liguria. Mentre viene resa pubblica questa mia lettera, che ho pregato il mio difensore, avv. Stefano Savi, di diffondere, il testo formale delle dimissioni viene consegnato al Presidente facente funzione della Giunta e al Presidente dell’Assemblea Legislativa per tutti gli adempimenti di legge. Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro. Fino ad oggi il Presidente ad interim Alessandro Piana, la Giunta, la maggioranza tutta, che ringrazio di cuore, si sono assunti l’impegno di evitare il blocco dell’Ente, rispettando tutti gli impegni presi e portando avanti progetti e cantieri, con senso di responsabilità, capacità, onore. Lo hanno fatto anche di fronte ad una opposizione che, lontana dall’attitudine istituzionale richiesta dal momento, ha saputo solo cavalcare la complessa situazione, dimentica dei suoi stessi valori del passato, di ogni civiltà giuridica, della Costituzione e di quella cultura di governo che dovrebbe rappresentare chi si candida alla guida di una comunità. Oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica. Non è questa la sede per rivendicare quanto fatto in quasi dieci anni di Governo. Sono certo che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l’impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid. Cosi come sono certo che la coalizione che fino ad oggi mi ha lealmente sostenuto, saprà portare avanti gli ambiziosi progetti che abbiamo cominciato a realizzare per cambiare la nostra terra, senza perdersi in egoismi e particolarismi, facendo invece tesoro di quella sinergia tra partiti e forze civiche che hanno attribuito alla nostra esperienza consenso e capacità di realizzazione. Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio Regionale di approvare l’Assestamento di bilancio e il Rendiconto, fondamentali per la gestione dell’Ente. Ed è di soddisfazione che questo difficilissimo momento coincida con la fine del cantiere e l’apertura della Via dell’Amore, un’ opera complessa, a cui abbiamo lavorato anni, che restituisce al mondo uno dei simboli della Liguria. Lascio orgoglioso delle tante cose fatte e onorato di aver lavorato con molte persone capaci e coraggiose, che sapranno portare avanti questa esperienza . Ringrazio gli assessori che si sono succeduti in questi anni, il mio straordinario staff di Presidenza, che mi ha affiancato senza risparmiarsi con vera abnegazione al progetto, quei dirigenti e funzionari che ci hanno affiancato con competenza e passione. Avrei voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza. Non è stato possibile farlo, sono confidente che lo sarà nel prossimo fururo, valutate dai magistrati le istanze che l’avvocato Savi si appresta a ripresentare nelle prossime ore. Si apre per tutti una fase nuova: Agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada. Ai partiti della maggioranza la responsabilità valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio. Ai tribunali della Repubblica valutare le responsabilità chiamate in causa dall’inchiesta. Al Parlamento Nazionale e all’opinione pubblica del paese il dovere di fare tesoro di questa esperienza e tracciare regole chiare e giuste per la convivenza tra giustizia e politica all’interno del nostro sistema democratico. Ringrazio di cuore tutte le persone, e sono tante, che senza nemmeno conoscermi mi hanno fatto sentire tramite la mia famiglia e il mio avvocato la loro vicinanza e il loro affetto. Da questo momento torno anche io ad essere un semplice, comune cittadino della nostra bellissima Liguria.
IL COMMENTO
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