Politica

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di Mario Paternostro

“Hai letto, Nanni?”

“Che cosa dovrei aver letto, Bacci?”
“Di Aponte”.
“Il comandante Gianluigi Aponte, il grande imprenditore italo-svizzero intendi?”
“Proprio lui. Il comandante Aponte, quel signore che abita a Ginevra”.
“Che cosa ha fatto?”
“Si sta comperando Genova, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, a tocchetti”.
“E allora? Se può farlo beato lui….”
“Genova venduta a tocchi, Bacci. Se va avanti così se la compera tutta, dal porto in avanti”.
“Beh, caro Nanni, se il comandante Aponte compera Genova vuol dire che c’è qualcuno gliela vende, no?”
“Certo. Qualche genovese, un po’ di navi, un molo, una società, un’agenzia, un aeroporto, un giornale, una radio, una tv, un carruggio, un menestrun, ‘na jatta de trenette …”
“Evidentemente non ci sono altri genovesi che se la comperano Genova. Anzi, Ci sono genovesi che la vendono, che passano le loro imprese, che mollano, il che vuol dire che non hanno più voglia di fare gli imprenditori a Genova, no?”
“Brutto segno…”.
“Aponte ha in mano le crociere, si prende un pezzo di porto e l’aeroporto che non vola e svilupperà il traffico crocieristico e Genova e di converso anche i genovesi mugugnoni come te, ci guadagneranno”.
“Io non ci guadagno, Bacci. Sono un pensionato statale.”
“Se Genova funziona, se c’è lavoro nuovo, se i ragazzi restano e non scappano all’estero la città starà meglio, non credi? Magari resteranno anche i giovani medici , quelli che ci curano, invece di emigrare a Londra o in Norvegia.”
“Mi dispiace che i genovesi vendano. Quando c’erano Duccio Garrone o Angelo Costa, o Piaggio, o Flavio Repetto o i duchi di Galliera…”.
“Lasciali riposare in pace! Altri tempi. Ora o sei internazionale alla grande e investi alla grandissima o sei tagliato fuori”.
“Eh già, Bacci. E ci vuole anche tanto coraggio. Idee, iniziativa. E… chi a Zena nu ghé ciù nisciun. Dunque ben venga il comandante”.
“Fossi Bucci gli venderei lo skymetro….”.
“Magari anche la funivia del Lagaccio con una coppia di forti.”
“E i bagni di corso Italia così arriva lui da Ginevra e toglie di mezzo quelle tettoie in ordine sparso….”
“Stai allargandoti un po’ troppo, Bacci. Però hai ragione. Già che ci siamo vendiamogliela tutta questa Genova…”
“Mugugni compresi?”
“Belin lo credo, Bacci, mugugni, ratelle, piste ciclabili, zone a traffico limitato, semafori più e meno intelligenti, movide….”.
“Anche la super-diga? “.
“Eccome Nanni, e ci mettiamo pure il tunnel subportuale”.
“Beh se si becca tutta ‘sta roba perché non proporgli le autostrade? Già che compera, fanno buon peso no?”.
“Magari lo si convince a prendere anche la A26 con i cantieri e soprattutto il Terzo Valico con la maxi-talpa e il supertreno per Milano, quello che dalla Madunina ci arriva in 55 minuti. Con dentro magari qualche politico”.
“Mettiamoci Vannacci…”.
“Non esageriamo. Se se ne accorge, Aponte molla tutto”.
“L’importante è che ci lasci la Maria di vico Testadoro…”.
“Con i frisceu della Sciamadda, le trippe di vico Casana e la panera della latteria Buonafede, Nanni!”
“Queste imprese non glie le vendiamo”.
“Ghe manchieva…”
“Ciao Nanni…stanni ben”.
“Ciao Bacci e se lo vedi, salutami il comandante!”
“Se lo vedo gli faccio un …a-ponte d’oro…”