Politica

L'intervista all'ex eurodeputato della Lega, oggi membro in rappresentanza del partito di destra
7 minuti e 54 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

Dopo la sua lunga esperienza come parlamentare europeo della Lega, Marco Campomenosi, oramai strasburghese di adozione (anche grazie all'amore!), è tornato in Ue con il ruolo di membro, in rappresentanza del Carroccio, dell'ufficio di presidenza del partito Patrioti per l'Europa. Si tratta di un gruppo politico di destra ed estrema destra, che si definisce euroscettico e sovranista, che si è costituito come alleanza lo scorso 30 giugno e poi successivamente, come gruppo, a seguito delle elezioni europee del 2024. Fondatori e organizzatori sono stati il premier ungherese Viktor Orbán di Fidesz, l'ex premier ceco Andrej Babiš e l'ex ministro dell'interno austriaco Herbert Kickl. Ad aderire, anche la Lega di Matteo Salvini, che proprio lo scorso sabato si è ritrovata a Madrid alla convention dei Patrioti per l'Europa. Così è cambiata la vita di Marco Campomenosi. "Ogni gruppo politico del Parlamento europeo ha anche un suo partito europeo, serve per dare un luogo ai leader, per incontrarsi, specialmente alla vigilia dei vertici, di cui si assiste spesso nei telegiornali - spiega a Primocanale Campomenosi -. Quindi avere dei partiti europei serve perché ci si coordina e, specialmente dalla nostra parte, con movimenti politici molto forti in Francia, in Austria, in Olanda, in tanti paesi. Eravamo a Madrid lo scorso weekend per continuare a lavorare perché abbiamo la sensazione che, prima o poi, su certe prese di posizione che ha avuto la Commissione europea negli ultimi anni ci sarà da fare una forte marcia indietro. E proprio in queste settimane è importante perché si sta cominciando a ragionare sul bilancio dell'Unione europea dei prossimi anni, il cosiddetto multiannual financial framework. È un po' curioso che chi si propone oggi di semplificare il quadro normativo sia chi ha reso l'Unione europea così complessa e lo farà anche a causa di un'iperlegislazione che è avvenuta nella scorsa legislatura. Quindi ho questo ruolo nuovo, un po' tecnico, un po' politico, un po' lontano da Genova, però ci sono sempre in qualche modo".

Ha citato proprio l'evento di sabato scorso a Madrid. Lei tra l'altro era l'unico italiano insieme al vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano Matteo Salvini che ovviamente è il leader della Lega. 'Make Europe Great Again' dal motto di Trump e Musk. Che cosa significa però in concreto Campomenosi questo? Come lo si trasforma poi in realtà considerando anche qual è la situazione in questo momento, a livello europeo?

"Per chi come me era al Parlamento europeo nella scorsa legislatura e diceva che una certa azione della Commissione europea avrebbe portato questo continente a schiantarsi, sarebbe facile dire semplicemente noi l'avevamo detto. Ma non basta perché i cittadini ci chiedono anche di fare delle proposte. Quindi, per esempio, la scorsa settimana il nostro gruppo ha chiesto al Partito Popolare e ai Conservatori (che sono le altre due parti del centrodestra a Bruxelles e Strasburgo) di condividere con noi una richiesta forte di interruzione di queste norme, di cambiamento vero. Perché ci sono conseguenze che poi ricadono sulla vita di tutti i cittadini: il costo dell'energia, il costo che tutte le famiglie hanno nel cambiare un'automobile che non deriva solamente dalle azioni magari per i loro interessi di Cina e Stati Uniti, che approfittano di un continente che si è autosuidicato, mettendo in grossa difficoltà il proprio sistema produttivo. Quindi fare delle proposte in questo senso significa fare un appello anche alla responsabilità. Purtroppo il Ppe non ci sta ancora seguendo, non ha ancora il coraggio di dire 'ci siamo sbagliati perché loro quei provvedimenti li hanno votati'. Noi ai Conservatori ci eravamo opposti. Quindi stiamo facendo un lavoro in questo senso. È un po' presto perché la Commissione Europea è partita di fatto solo adesso a dicembre, e oggi ci sta presentando il suo programma. Più i media seguono quanto avviene a Bruxelles e Strasburgo e più, secondo me, è meglio per tutti. Poi se qualcuno fra qualche anno dirà anche che quando io ero parlamentare europeo avevo votato bene perché mi ero opposto a certe cose, mi farà certamente piacere. Ma l'importante sarà che su certi errori commessi dalla Commissione von der Leyen si pongano dei correttivi al più presto, perché ne va del sistema di un continente intero che rischia di perdere posti di lavoro e competitività. L'ha detto persino Draghi, a mio avviso ipocritamente, perché ha sempre sostenuto quelle cose. Però se ne stanno accorgendo e i prossimi due anni saranno decisivi".

Campomenosi, dal palco di Madrid però, non possiamo negare che si sono sentite posizioni molto forti, mi riferisco anche all'immigrazione, al sociale, ai diritti civili. Non mi riferisco solo all'economia. Quale sarebbe l'Europa che vorrebbero i Patrioti?

"Un'Europa che torna a fare quello che c'è scritto nei trattati e non di più, che non invada più le competenze degli Stati membri e che lasci loro pure uno spazio di manovra. Oggi abbiamo delegato troppi poteri alla Commissione e questo, a mio avviso, ha creato problemi anche alla loro stessa capacità di agire, troppe volte ci troviamo di fronte a norme che poi non hanno un impatto sui territori. L'Europa ha legiferato troppo, si è messa su un canale nella lotta alle fake news, che ci mancherebbe come principio potrebbe anche avere un senso, ma che poi di fatto si è tradotta in alcune realtà come una penalizzazione delle opposizioni. E quindi qual è il problema? Che qui a Bruxelles, a Strasburgo, chi propone un'idea diversa di futuro d'Europa viene demonizzato secondo quel principio per cui bisogna cooptare chi ha il potere. Tu sei al governo, allora devi dire che la Commissione europea ha sempre ragione. I patrioti sono composti da partiti che sono sempre più al governo. Quindi non è un gruppo politico che si riunisce per dire solo no, avete sbagliato, ma che cerca di fare le proposte. Sull'immigrazione, quello che hanno proposto già in passato i partiti che fanno parte dei patrioti, la Lega in primis, oggi è sulla bocca di tutti. Se oggi in Germania, tutti parlano di limitare l'immigrazione, lo fanno primo per limitare Alternative für Deutschland, che non fa parte della nostra famiglia politica, ma che con forza ha posto dei temi. Oggi il governo di sinistra, di Scholz, in Germania, ha messo i controlli alle frontiere, ma evidentemente lo ha fatto solo per una ragione elettoralistica. Ma è troppo tardi, gli elettori non sono stupidi, comprendono quando una cosa si fa solamente in maniera strumentale. Quindi a mio avviso ci sono tanti temi su cui bisognerà intervenire, ma Bruxelles dovrà decidere se rimanere isolata dal resto del mondo, che va in una direzione opposta, cioè della semplificazione, oppure rimanere in un contesto dove Cina e Stati Uniti continueranno a fare quello che vogliono tranquillamente".

Un'ultima cosa, Campomenosi, voglio chiedergliela rispetto alle Comunali di Genova. La campagna elettorale non è ancora entrata nel vivo, il centrodestra ha scelto Pietro Piciocchi, il centrosinistra dovrebbe chiudere a giorni dopo un percorso molto travagliato. Piciocchi è l'uomo giusto, è il candidato giusto per questa corsa? Bucci ha vinto alle Regionali ma su Genova ha perso di otto punti percentuali.

"Ma infatti sulle regionali i cittadini hanno dimostrato di essere pragmatici, perché, attenzione, sulle elezioni politiche e sulle elezioni europee il dato di Genova per la coalizione di centrodestra non era stato incoraggiante. Questo perché? Perché i cittadini scelgono molto anche le persone, quindi con Bucci, il presidente della Regione, il centrodestra ha saputo vincere con forza e secondo me con Piciocchi proseguiamo in un percorso molto pragmatico di un uomo che ha fatto tanto e che può continuare a fare. Poi certo, non è magari il tipo di politico empatico con il sorriso che abbraccia tutte le persone che incontra per stare, ma è un uomo serio".

Il nome che circola con sempre più insistenza, nel Pd e nel centrosinistra, è quello di Alberto Pandolfo, neo deputato. Cosa pensa di Pandolfo?

"Non mi sentirete mai in queste settimane parlare male di Pandolfo, se sarà Pandolfo il candidato della sinistra, perché lo conosco, perché è una persona seria. Qual è la differenza tra Piciocchi e Pandolfo? Che Pandolfo dietro non ha nulla, avrà, se sarà lui il candidato, non so quando lo decideranno, dei partiti che in questi anni hanno solo criticato quello che veniva fatto a Genova. Magari con il Pd che inseguiva il Movimento Cinque Stelle, abbiamo visto anche che sceneggiate in Regione in questi giorni. Quindi Piciocchi, oltre che una persona, significa un progetto che deve proseguire su una città che è cambiata molto, è io che vivo spesso lontano, me ne accorgo ancora di più di chi è tutti i giorni nella nostra città. Poi, se riuscissimo, e questa è una battaglia di Primocanale, a limitare un po' l'isolamento magnifico che abbiamo con il resto del mondo, anche attraverso l'aeroporto, non sarebbe male. L'isolamento è un deficit soprattutto per chi fa business. Vogliamo investire su una Genova connessa, sì o no? Ecco, su questo abbiamo già fatto qualcosa, anche grazie al governo, e si può ancora fare molto. Se serve una sfida a migliorarsi, se vogliamo fare come il Pd che quando governava diceva abbiamo sempre fatto tutto giusto, non c'è problema, poi ci accorgeremo che magari si rischia di perdere. Ecco, invece la sfida di Piciocchi, a mio avviso, deve essere quella non solo di confermare quello che ha fatto Bucci, ma di andare ancora oltre e di migliorare ancora, perché Genova è bella, me lo dicono tutti gli stranieri che frequento qui, quindi va valorizzata".

Un uomo in camicia bianco in collegamento videoMarco Campomenosi

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