Nuova puntata di "Presa diretta" in una bellissima giornata di sole nel mare di punta Chiappa a Camogli, alla scoperta della tonnarella, abbandonata da due anni, insieme al pescatore Ettore, che da 65 anni solca i mari (aveva 10 anni quando ha iniziato a pescare) e al sindaco di Camogli Giovanni Anelli.
Un esteso sistema di reti fisse
La tonnarella di Camogli nasce intorno al 1600 anche se se ne parla già in qualche scritto nel 1300. Si tratta di un sistema di pesca a reti fisse che si estende per 340 metri e veniva calata da aprile a settembre a circa 400 metri da Punta Chiappa. Anticamente le reti erano tessute in lisca, un’erba che cresce sul Monte di Portofino. Oggi, invece, sono fatte in cocco, importato dall’India. Al termine della stagione di pesca la rete viene tagliata e abbandonata in mare, fibra naturale ottimo nutrimento per i pesci.

L'appello a salvarla dall'abbandono, iniziato due anni fa
Due anni fa è cessata la gestione del consorzio di pescatori che la aveva in carico. Il sindaco lancia un appello ai privati ma anche alle associazioni di categoria come Coldiretti, affinchè la salvino e la rimettano in funzione, anche se "so che i costi di gestione sono alti, stimiamo circa 350 mila euro all'anno, considerando soprattutto il costo delle reti di cocco che devono essere sostituite ogni stagione".
Un privato si era fatto vivo ma la trattativa è poi fallita
Il sindaco svela che un privato si era fatto vivo per la gestione della tonnarella ma poi, spaventato dall'onere della gestione, si è tirato indietro. "La tonnarella fa parte del patrimonio anche culturale di Camogli, speriamo veramente che qualcuno la possa salvare e riattivare. Certo il privato vuole guadagnarci, e non è facile ma con il sostegno anche in parte pubblico si potrebbe riuscire".
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