E' una delle ultime cinque tonnare esistenti in Italia, con origine nei primi anni del 1600 (ma qualcuno ipotizza anche prima): la tonnara di Camogli, un pezzo di storia preziosa della Liguria, è in cerca di rinascita dopo la chiusura quasi tre anni fa, per la liquidazione della cooperativa di pescatori locali che la gestiva.
Un esteso sistema di reti fisse
Si tratta di un sistema di pesca a reti fisse che si estende per 340 metri e veniva calata da aprile a settembre a circa 400 metri da Punta Chiappa. Anticamente le reti erano tessute in lisca, un’erba che cresce sul Monte di Portofino. Oggi, invece, sono fatte in cocco, importato dall’India. Al termine della stagione di pesca la rete viene tagliata e abbandonata in mare, fibra naturale ottimo nutrimento per i pesci. Il sindaco di Camogli Giovanni Anelli lancia un appello attraverso i microfoni di Primocanale.
Rimetterla in funzione costa almeno 300 mila euro
Da un paio d'anni, anzi quasi tre diciamo. Ed è una cosa molto unica peraltro anche in Liguria. Sicuramente un vanto per Camogli. Stiamo cercando di fare in modo che si possa rilanciare questa attività professionale. Abbiamo provato con qualcuno, ma non ci siamo riusciti. Il problema grosso è trovare le risorse finanziarie che non sono così banali.
Ecco quanto può costare rimetterla in sesto, rimetterla in attività?
Non è che abbia i numeri precisi, ma direi intorno ai 300 mila euro circa. Abbiamo qui la fortuna di avere la base di riferimento professionale, cioè i pescatori, quindi non mancherebbe quella parte lì.
Il Comune pronto a sostenere eventuali investitori
Mancano soprattutto le risorse economiche. E quindi che appello può lanciare?
L'appello è che chiunque abbia intenzione di investire su questa attività, che è un'attività che sicuramente potrebbe dare anche dei ritorni, si faccia avanti. Insomma, noi siamo qua. I pescatori sono qua. Il Comune vuole essere parte attiva eventualmente di un aiuto che ci potrà essere. E quindi aspettiamo, aspettiamo veramente
IL COMMENTO
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