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di steris

“Questi 21 progetti diventano un esempio da manuale della collaborazione costruttiva tra Stato e Regioni che porta a una possibilità di incidere positivamente sul territorio”: così Ilaria Cavo, assessore alla Cultura della Regione Liguria e coordinatrice nazionale della Commissione Cultura delle Regioni, alla presentazione del Pnrr Borghi.

“Questo meccanismo partecipativo ha portato a un fruttuoso protagonismo delle Regioni che si sono assunte, sulla base della progettualità dei Comuni, la responsabilità di scegliere un singolo progetto pilota condividendo, con il ministro Franceschini, il presupposto di fondo: la cultura può rigenerare il territorio dal punto di vista economico e occupazionale. Le scelte fatte dalle singole regioni – ha spiegato la Cavo - non sono state quelle di premiare l'idea migliore o più suggestiva, ma il progetto che avesse un vero e proprio motore di cambiamento, grazie ad accordi con imprese, con privati, con associazioni e con una rete territoriale in grado di dare una nuova e chiara vocazione al borgo rispettando i tempi molto stretti dettati dal Pnrr. Insieme a questa sfida, di presentare entro il 15 marzo tutti gli studi di fattibilità, come assessori regionali ci siamo assunti la responsabilità di condividere con il ministero, a monte, le linee di indirizzo su cui è stata impostata questa misura”.

“Nel dialogo con il Ministero – ha aggiunto l’assessore Cavo a nome degli assessori alla Cultura delle Regioni - abbiamo visto accolta la richiesta delle Regioni di attivare una seconda linea, la linea B, per soddisfare una progettualità più diffusa sul territorio (per progetti fino a un massimo di 1,6 milioni di euro e per borghi di Comuni sotto i 5mila abitanti): le oltre 1700 domande presentate, ora oggetto di una selezione dell'apposita commissione, dimostrano quanto il nostro Paese fosse pronto a progettare in maniera diffusa e quanto fosse importante anche questa seconda misura. Il meccanismo partecipativo attivato complessivamente per la misura “Borghi” -e che oggi ha portato alle immagini di un Paese capace di rinnovarsi - siamo sicuri che possa essere adottato anche per le altre misure del Pnrr che stiamo condividendo con il Ministero della Cultura: dalla digital library alle imprese creative all'accessibilità dei musei”.

"Il patto tra Stato e Regioni ha avviato un meccanismo partecipativo in cui come Regioni ci siamo assunte la responsabilità di scegliere un progetto pilota, su cui investire 20 milioni di euro, condividendo con il ministero però la necessità di una seconda linea di finanziamento che, con un bando gestito a livello nazionale, sosterrà anche una progettualità più diffusa sul territorio: per questa seconda linea dalla nostra regione sono arrivati altri 73 progetti, alcuni in forma aggregata, segno che i nostri Comuni e i nostri territori hanno una forza progettuale importante e che gli stakeholder hanno condiviso il concetto di fondo: la cultura può diventare volano di rigenerazione del territorio dal punto di vista economico e occupazionale".

"Sul fronte dell’Istruzione e Formazione, l’opportunità è data dai finanziamenti per i percorsi in Duale (attesi circa 9 milioni di riparto su un sistema già consolidato) e soprattutto dal miliardo e mezzo destinato a livello nazionale per gli Its. In attesa dei criteri di riparto, che monitoriamo insieme alla legge di riforma incardinata al Senato, abbiamo condiviso con gli stakeholder - prosegue - di privilegiare la richiesta, sui fondi del Pnrr, di finanziamenti per nuovi corsi (e non per nuove fondazioni) all’interno della nuova programmazione triennale regionale che prevede 28 nuovi corsi già con accordi siglati con le imprese (una parte avrà il complementare sostegno del Fse). Il fabbisogno per l’ammodernamento dei laboratori, da far valere sul Pnrr, e’ di 24 milioni di euro. Anche in campo sociale, i numerosi incontri con gli stakeholder, a partire dalle conferenze dei sindaci, e il supporto di Anci hanno portato a progettualità coordinata tra i territori sui 7 bandi attivati dalla missione 5. Non va però trascurata l’azione importante sulla missione 6 dove verrà attuata l’integrazione socio sanitaria all’interno delle case di comunità, tramite i punti unici di accesso, le equipe miste stabili (con personale sanitario e dei servizi sociali) e il fascicolo elettronico socio sanitario: un modello ligure per una presa in carico unica della persona, che può sommare esigenze sociali e sanitarie”.

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