Porto e trasporti

A causa della carenza di veterinari del Ministero della sanità: da 20 a 3  
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di Elisabetta Biancalani

 

 GENOVA – L’amarezza e la preoccupazione per la crisi di Governo che rischia di rallentare alcune infrastrutture e decisioni che riguardano la Liguria, finisce per essere persino il male minore per il porto di Genova che sta vivendo un vero e proprio allarme molto contingente e che riguarda i controlli sanitari sulla merce di origine animale destinata ad uso alimentare, quindi agli alimenti. Il grido di dolore è stato lanciato dal direttore generale di Spediporto Giampaolo Botta che spiega a Primocanale: “L’organico di veterinari destinati allo scalo era in condizioni ottimali di 20 unità, oggi si assiste ad una fuga verso altri incarichi e quindi ci troviamo con 3 addetti.

 

La questione riguarda soprattutto le merci in importazione che se prima venivano controllate in 24-48 ore, oggi stanno ferme anche 8-9, fino a 10 giorni. Un triplicamento dei tempi che si traduce in un aumento dei costi che finisce a carico dei consumatori”. La crisi di Governo certo non agevolerà provvedimenti urgenti, che servirebbero, di aumento del personale.

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