Porto e trasporti

Inizia un viaggio inchiesta di Primocanale nelle zone di confine tra porto e città, dove gli equilibri sono spesso precari
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di Elisabetta Biancalani

GENOVA - Un giardinetto di un paio di metri quadrati, tanti bei fiori, un albero di limoni e un ulivo, una casetta di legno colorato per gli uccellini: la rivincita di un quartiere passa anche dalle piccole cose, talvolta commoventi, come in questo caso. Siamo in via Sampierdarena a Genova, all’altezza del civico 24, dove “quasi di fa fatica a sentirsi quando si parla visto il caos di auto e camion di lungomare Canepa” spiega Maria Mittica, del comitato che porta il nome della via a scorrimento veloce “la nostra autostrada a sei corsie” dice sconsolata. Ma battagliera, come Gianni Cervetto, che scrolla le spalle: “Tante promesse di coperture con una galleria ma per ora nulla, finirà che metteranno qualche alberello e basta, ci scommettiamo”. Loro fanno parte di quei quartieri, ce ne sono tanti a Genova, dove il porto la città si incontrano e spesso si scontrano in una convivenza sempre difficile negli anni e anche in futuro se non troveranno soluzioni per mitigare

questa situazione. Iniziamo da qui un viaggio in queste zone di confine, difficili, sempre in equilibrio precario". Rapporto tra porto e città, vecchia battaglia, sempre attuale, dell'editore di Primocanale Maurizio Rossi, rilanciata di recente anche dalla presidente della Commissione trasporti europea in visita a Genova, che ha detto: 2La città non deve subire il porto" (LEGGI QUI). 

A Sampierdarena i residenti di della omonima via sono molto fieri di quei pochi metri di asfalto strappati al degrado: "Abbiamo chiesto al Comune se ci li lasciava e ha acconsentito, quindi li abbiamo risistemati così" spiegano Maria e Gianni. Ci spostiamo sulla terrazza del palazzo, civico 24, vista porto, lungomare Canepa, cisterne, sopraelevata portuale, fasci di binari del porto: "Qui siamo tra tanti fuochi, da sempre, e ora ci vogliono mettere pure i depositi costieri, lì a ponte Somalia, davanti ai nostri terrazzi, ma non li vogliamo, vede finirebbero lì, tante cisterne, inquinamento, aria sempre più sporca, non ci fidiamo delle rassicurazioni di nessuno. Serve l'opzione zero, qui abbiamo già dato e ora basta. Sentiamo il caos di lungomare Canepa, dei treni, l'odore del gasolio dei camion, l'inquinamento delle auto, è possibile peggiorare ancora la situazione? No e poi no". 

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