Porto e trasporti

L'Italia non ha alcuna intenzione di restare a guardare e ha inviato la nave da guerra Fasan, con 200 uomini di equipaggio, a presidiare l'area del Mediterraneo di fronte a Israele
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di Matteo Angeli

I ribelli Houthi, legati all'Iran, hanno sferrato questo pomeriggio un nuovo attacco contro una nave tra le coste di Gibuti e lo Stretto di Bab el-Mandeb, in uno degli spazi marittimi più strategici del mondo. La settimana scorsa erano state colpite due navi della Msc Mediterranean Shipping Co, una delle quali la Palatium III, noleggiata dalla genovese Ignazio Messina.

L'Italia non ha alcuna intenzione di restare a guardare e ha inviato la nave da guerra Fasan, con 200 uomini di equipaggio, a presidiare l'area del Mediterraneo di fronte a Israele dopo l'operazione congiunta Nato.

Il rischio è che le navi costrette a circumnavigare l'Africa si dirigano poi verso il Nord Europa e non rientrino nel Mediterraneo con gravissime conseguenze per i nostri porti e per quelli liguri in particolare.

"Il blocco del Canale di Suez significa per noi l’aumento immediato di qualunque cosa venga trasportata via nave, sia per venderla sia per comprarla - spiega il ministro della Difesa Guido Crosetto  - pensiamo soltanto all’energia, al petrolio, al gas liquido, a qualunque tipo di merce che arriva o parta dall’Italia: rischiamo di trasformare i nostri porti in deserti nelle prossime settimane se il problema rappresentato dai terroristi che stanno attaccando le navi mercantili non verrà fermato". 

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Intanto i terroristi fanno sapere di voler alzare ancora il tiro. "Anche se l'America riuscisse a mobilitare il mondo intero, le nostre operazioni militari non si fermeranno, a prescindere dai sacrifici che ci costerà", ha dichiarato l'alto funzionario del gruppo islamista Mohammed al-Bukhaiti.