TRIBOGNA - “Fastidio? Ma che fastidio, ben venga il tunnel, lo attendiamo da anni! Chi se ne frega se avrò il casello sotto casa, ci metterò dieci minuti di macchina per andare al mare!”. Pimpante e incisiva, nelle sue risposte, la signora Patrizia è il simbolo di una valle, la Fontanabuona, dove pur di avere il tunnel non importa neppure se sarà sotto casa, se laddove oggi ci sono solo boschi ci saranno auto, traffico e smog.
La incontriamo nella seconda puntata della nostra inchiesta sull’opera di Autostrade, parte dell’accordo compensativo con enti locali e Governo dopo il crollo di ponte Morandi (GUARDA QUI LA PRIMA PUNTATA). “Non credo che ci sarà questo assalto di auto, e poi smog è un po’ dappertutto” spiega Patrizia “e le dico anche che qui nascono sempre meno bambini, la valle si spopola, se hai bisogno di andare a curarti o di assistenza medica ci vuole tanto tempo per raggiungerci e raggiungere i luoghi di cura, quindi il tunnel va benissimo”.
L’innesto sarà a poca distanza dal suo terrazzo e il casello pochi metri sotto. Ma non importa, a Patrizia e a suo marito: “Ho tanti nipoti e spero che destino qui a vivere, anche grazie al tunnel”.
Sui terreni espropriati ai suoi concittadini Patrizia dice: “Ma che cosa vuole che le dica? Qui nella maggior parte dei casi i terreni sono abbandonati, sono boschi. Magari mi pagassero un bell’indennizzo!” scherza (ma neppure tanto) Patrizia, che non sa se credere che sarà la volta buona per vedere l’opera: “Se ne parla da decine di anni, io non sono più giovane, spero di vederlo realizzato anche se non ci credo ancora del tutto. Speriamo!”. Ma che cosa ne penserà, al di là della collina, la sua "corrispondente", anzi i suoi corrispondenti, sul versante di Rapallo? (... CONTINUA)
IL COMMENTO
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