Porto e trasporti

Intervista all'amministratore delegato di Ente Bacini e responsabile nazionale infrastrutture del Pd
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di Elisabetta Biancalani

Sullo sfondo del lavoro incessante nei bacini di carenaggio del porto di Genova incontriamo Alessandro Terrile, amministratore delegato di Ente Bacini e responsabile nazionale infrastrutture del Pd. La passione per ciò che succede in porto gli si legge negli occhi, che gli si illuminano quando parla dei risultati ottenuti nel 2024 e delle proiezioni per il 2025. 

Il 90% dei bacini è occupato

"Il 2024 si chiude molto bene, in crescita sull'anno passato, abbiamo circa oltre l'80%, anzi con picchi del 90%, sui bacini di carenaggio grandi, cioè il 3 e il 4 e il 5. E si conferma il fatto che siamo di nuovo competitivi sul mercato delle navi da crociera, le navi da crociera di taglia piccola, cioè le navi da crociera di lusso che sono tornate nei bacini di carenaggio numero 4 e numero 5 del porto di Genova. 

2025: prenotazioni dei bacini molto positive

Le prenotazioni per il 2025 ci fanno sperare in un anno molto buono, in particolare anche qui la tendenza a costruire navi da crociera di lusso, quindi più piccole, fa sì che ritornino competitivi i nostri bacini di carenaggio, il bacino 4 e il bacino 5, che possono ospitare la quasi totalità dei navi di lusso, inteso come navi da crociera, quindi in taglia piccola. Per noi è certamente una novità, anche se ormai da qualche anno, perché sono ritornate le navi da crociera a fare manutenzione e a fare anche refitting nei nostri bacini e tenendo presente che appunto quella tipologia di nave richiede un'alta quantità, un'alta intensità di manodopera, per noi sono commesse fondamentali il mercato delle navi da crociera. Tengono i traghetti, tengono anche gli yacht, per cui il 2025 si profila un anno di nuovo a quasi tutto pieno. 

Grande sforzo dei lavoratori, che cresceranno

Ovviamente dobbiamo ringraziare di questi numeri (che sono confortanti sia nelle occupazioni, quindi le giornate di occupazione del bacino, ma anche nei ricavi e negli yacht della società) principalmente i nostri lavoratori che hanno consentito, con una flessibilità ancora oraria, di garantire un impegno che va ben oltre l'orario ordinario, quindi non solo i sabati e le domeniche, ma anche le sere e le notti, a seconda delle esigenze dei clienti. I nostri clienti sono soprattutto aziende genovesi della riparazione navale, ma anche armatori di buona parte del Mediterraneo, che vedono nel mercato delle riparazioni di Genova, non solo in ente bacini, ma nelle aziende di riparazione di Genova, un'eccellenza italiana, anzi direi del Mediterraneo. Noi chiudiamo il 2024 con 48 lavoratori, siamo cresciuti parecchio negli ultimi due anni, abbiamo fatto 14 assunzioni, alcuni sono a tempo determinato, speriamo poi nel prossimo anno di riuscire a stabilizzarli, però certamente i numeri e il mercato della riparazione navale consentono di crescere ancora, l'obiettivo è quello di crescere ancora nel 2025.

Il sogno di un superbacino per le grandi navi

Quale sarebbe la notizia più bella che vorreste ottenere nel 2025? Parlo magari, chissà, di un super bacino?

Non c'è dubbio, siamo tornati competitivi nel mercato delle crociere, per via della riduzione della dimensione delle navi da crociera di taglia lusso, però i nostri bacini di carenaggio non sono competitivi, non ci entrano le navi di grande dimensione, quindi grandi navi da crociera, ma anche buona parte delle navi commerciali, per cui il tema delle dimensioni è un tema con cui la città, le istituzioni, ma direi un po' tutto il mondo, sindacati come industria devono fare i conti, perché è evidente che senza un bacino di dimensioni adeguate, quindi parliamo di un bacino di 300-320 metri, rischiamo nel prossimo futuro di perdere fasce di mercato, anche per esempio nel settore traghetti, dove la tendenza, abbiamo visto gli ultimi traghetti costruiti nei cantieri cinesi, è quella di arrivare molto vicino alle dimensioni massime dei nostri bacini, quindi senza dubbio abbiamo bisogno di infrastrutture, il porto di Genova ha bisogno di infrastrutture adeguate, quindi anche un nuovo bacino di carenaggio per fare riparazione navale, quindi confidiamo che il 2025 sia l'anno del nuovo piano regolatore, portuale intendo, che in qualche modo individui un'area su cui si possano cominciare a fare progetti, sia di individuazione dell'area che anche di reperimento dei fondi necessari per questa nuova infrastruttura.

Un uomo con una nave sullo sfondo

L'ipotesi diga per espandersi

Anche perché si ipotizza che possa derivare dallo spostamento della diga attuale, quindi dalla nuova diga, questo spazio ricavato guadagnando un po' di terreno

Questa è l'idea di Confindustria, presentata alcuni anni fa, che però va a mio avviso nella direzione giusta, cioè quando sarà terminata la nuova diga foranea, ci potrà essere uno spazio in parte per spostare a mare l'area delle riparazioni navali e, quindi probabilmente liberare anche qualche spazio di area cuscinetto verso la città, ma poi soprattutto per creare nuovi spazi, sia nuovi spazi a terra, inteso come nuove banchine, ma anche un bacino di carenaggio di dimensioni adeguate per ospitare tutto il naviglio che arriva al Porto di Genova.

A proposito di porto di Genova, che lei ha citato, immagino che sotto l'albero di Natale, insomma, o poco dopo, un nuovo presidente, il più presto possibile sia auspicato, anche perché molti operatori del porto parlano di questa fase come una fase di stallo, o comunque di rallentamento, e quindi molti chiedono che venga al più presto fatto un nuovo presidente, sappiamo che la nomina è governativa d'intesa con la Regione

Io penso che i tempi siano maturi per arrivare alla nomina del presidente, sono molti mesi ormai che siamo in una situazione commissariale, quindi al di là del lavoro che stanno facendo i commissari Seno e Benedetti, con i quali peraltro abbiamo un rapporto costante, però il loro mandato è mandato a tempo, quindi c'è bisogno di tornare alla normalità della governance, ma io direi non solo alla normalità della governance, c'è bisogno di avere un presidente, un segretario nel pieno delle loro funzioni, con un mandato temporale adeguato, quindi quello di 4 anni, per fare in modo che si possano prendere quelle decisioni di cui l'autorità portuale e la città, il porto di Genova hanno bisogno, la prima è quella di varare il nuovo piano regolatore. L'industria navale lavora su tempi lunghi e quindi ha bisogno di certezze, o comunque di programmazione su tempi lunghi, per cui è il momento delle scelte e ci auguriamo che arrivi prestissimo il nuovo presidente e con il nuovo presidente anche appunto alla fase di pianificazione del Porto nei prossimi 20 anni.

La riforma della legge 84/94 la sfida nazionale 

Le metto il cappello di responsabile infrastrutture nazionale del PD, quali sono i temi nazionali legati alla portualità più impellenti?

C'è certamente attesa per la presentazione della riforma dell'84-94, quindi la legge sui porti, che appunto prima della fine dell'anno dovrebbe essere delineata nelle sue linee guida. In che direzione deve andare? Non c'è dubbio che bisogna trovare un punto di equilibrio tra l'autonomia dei porti e con una regia nazionale sulle risorse. Non è un punto di equilibrio difficile perché se si tira da una parte si creano Autorità portuali che sono molto territoriali, quindi magari anche molto vincolate ad aspetti locali e questo non è un bene perché i porti sono un bene non solo delle città, ma sono un bene nazionale. Pensiamo a quanto contribuisce il porto di Genova all'economia nazionale o i porti della Liguria all'economia nazionale. Dall'altra serve un decisore governativo che sappia fare delle scelte sapendo che non si compete tra porti dell'Italia ma si compete tra porti italiani e porti del nord Europa, tra porti italiani e porti del resto del Mediterraneo e quindi bisogna trovare questo punto di equilibrio riaffermando la centralità pubblica dei porti e anche sciogliendo alcuni nodi che sono nati da vicende giudiziarie recenti. Penso alla questione della sentenza del Consiglio di Stato sulla concessione Spinelli perché ha fatto venire alla luce che in diversi porti d'Italia ci sono piani regolatori scritti in modo diverso e quindi un'uniformità credo sia necessaria.

Autorità portuali, il ruolo che dovrebbero avere

Ha senso, secondo lei, e vado a chiudere, avere in Liguria con i porti di Genova e Savona per l'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale e la Spezia per il Mar Ligure orientale, due autorità portuali diverse?

Questa è una grande discussione e io ho l'impressione che anche in questi mesi nelle anticipazioni sul riforma portuale si siano concentrati molto sulla governance, cioè su quante devono essere le Autorità portuali oppure su quanti devono essere i membri nel comitato di gestione se li devono nominare i Comuni, le Regioni, e invece un po' poco sulle funzioni che poi è il cuore centrale della 84-94 e io mi auguro che dalla presentazione delle linee guida che ci saranno nei prossimi giorni possa partire un dibattito anche parlamentare che rimette al centro le funzioni delle autorità portuali al di là del loro numero nel senso che il regolatore pubblico è essenziale per consentire un regolatore pubblico veloce che deve essere veloce come i tempi dell'economia e della logistica mondiale impongono, però come regolatore pubblico può fare una funzione essenziale per garantire non solo i traffici ma anche garantire che ci sia una ricaduta economica di questi traffici sui territori che ospitano i porti.

Terzo valico, opera da terminare al più presto

A proposito di infrastrutture non abbiamo parlato del terzo valico e ne parleremo ampiamente a gennaio con un evento dedicato di Primocanale, opera comunque da chiudere al più presto possibile immagino anche secondo lei?

Non c'è dubbio, il terzo valico ma non solo, tutte le opere di cui parliamo da anni ormai memorabili, per cui ci sono state difficoltà anche costruttive, speriamo che vengano risolte certo è che i ritardi nel Terzo valico, quindi il fatto che non parta ancora questa ferrovia Genova-Milano, e la situazione delle autostrade fanno sì che l'isolamento genovese e ligure sia un fattore enorme di scarsa competitività rispetto agli altri territori quindi entrambe le questioni, quella ferroviaria ma anche la questione dei lavori in autostrada che devono finire, devono essere risolte entrambe"