Ieri è stato lanciato un allarme da parte di 14 personalità di spicco della comunità scientifica italiana - tra loro anche il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi - un monito sulla situazione del servizio sanitario pubblico italiano. "Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico", scrivono gli esperti, ricordando come oggi i dati dimostrano che "il sistema è in crisi", tra mancanza di fondi, liste d'attesa infinite e personale sanitario in fuga. Tutti uniti nel chiedere al Governo di intervenire con un piano straordinario di finanziamento, considerato che i fondi previsti per il 2025 in proporzione al Pil nazionale sono inferiori a quelli di vent'anni fa.
"Siamo contenti di questo intervento - commenta a Primocanale il segretario generale di Anaao Assomed Raffaele Aloi - Tutti si stanno rendendo conto che questa situazione è un baratro e un vortice senza fine. Noi da tempo raccontiamo questa situazione drammatica e i motivi sono tutti da ricercarsi, come ha scritto Parisi, in una mancanza di progettualità pregressa perché è ovvio che se la popolazione è sempre più anziana è anche grazie al nostro sistema nazionale. Ma se non si fa prevenzione, mancano i soldi per curare in maniera adeguata, tutto quel che viene risparmiato oggi si ripercuoterà in futuro su tutti e anche sullo stato. Vengono tolte risorse alle regioni e poi si trovano con la coperta corta, è molto pericoloso quel che sta capitando".
Alla voce di Aloi si unisce quella del leader nazionale dei medici ospedalieri dell'Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, che ricorda come "il disinvestimento nella sanità pubblica non nasce oggi, ma ha radici profonde. Nasce quasi 20 anni fa. La presa di posizione degli scienziati ci trova quindi d'accordo, ma sarebbe stata più utile se fosse stata fatta prima".
"Anche 20 anni fa c'era un approccio medico paziente diverso, più tempo da poter dedicare al paziente. Anche la mancanza di personale, conseguenza della mancanza di questi investimenti, non provoca solo una difficoltà nel curare, ma anche nell'ascoltare e l'ascolto in medicina è tutto", aggiunge il segretario Aloi.
IL COMMENTO
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