Di fronte al primo caso in Liguria di "vaiolo delle scimmie" (leggi qui) il professor Matteo Bassetti in un'intervista a Primocanale ammonisce: "Non bisogna preoccuparsi in eccesso, ma fare quello che si è deciso di fare da un mese: un'organizzazione di sorveglianza senza allarmismi. Il caso in esame ha avuto una diagnosi rapida, il paziente sta bene ed è a casa sua. Noi dobbiamo essere pronti a diagnosticare eventuali nuovi casi, mettere in isolamento i pazienti, tracciarne i contatti valutandone la quarantena fino a un'eventuale vaccinazione".
NUMERI - Tuttavia Bassetti predica prudenza: "Siamo di fronte a un'infezione che in circa un mese ha fatto registrare 6mila casi e nel mondo l'Italia, con 193 casi, è al nono posto. Non possiamo inoltre più ascrivere i nuovi casi a un focolaio iniziale, ma alla trasimssione interumana nei vari Paesi. Rispetto alle dimensioni della pandemia, 193 è un numero piccolo, ma si tratta di due virus diversi: il Covid è respiratorio, l'altro è a trasmissione sessuale per via del contagio che si manifesta con il contatto diretto delle lesioni. Siamo in presenza di una malattia endemica: bisogna evitare la paura, ma adottare un atteggiamento responsabile: se si presentano lesioni strane bisogna andare dal medico. Siamo organizzati di fronte a questa nuova evenienza ed è giusto parlarne, come sarebbe sbagliato tacere per evitare allarmismi".
COVID - Di fronte alla fiammata di contagi e alle voci di chi delinea nuove chiusure oppure obblighi di mascherina, Bassetti sostiene: "Queste idee ci farebbero andare poco lontano. Dovremo abituarci alla convivenza con il Covid senza tornare indietro, siamo in un Paese con il 90% di popolazione vaccinata e il residuo 10% protetto dall'aver contratto la malattia. Siamo in presenza di una fiammata estiva molto contagiosa ma casi gravi non se ne vedono più. Le misure di protezione vanno sicuramente usate per fragili e anziani, ma non si può tornare alla mascherina obbligatoria al ristorante o peggio ai lockdown".
DATI - "Secondo i dati che Alisa ha evidenziato, il 28% chi va in ospedale ci va per sintomi correlabili al covid, di questo 28% la metà ha sintomi lievi e di questa ulteriore frazione solo la metà presenta polmoniti. Non utilizzo un casco da mesi nel mio reparto. Gli anziani possono avere forme più impegnative, ma nulla a che fare con quel che si vedeva uno o due anni fa. Bisogna sempre stare attenti e vigilare, ma non è col terrore e le mascherine obbligatorie che si vince, questa malattia si vince vaccinando".
QUARTA DOSE - "La narrazione terroristica non aiuta. Se 3 italiani su 4 non hanno fatto la quarta dose, vuol dire che non abbiamo comunicato cosa hanno fatto i vaccini. Eppure basterebbe un dato: uno studio pubblicato su "Lancet" chiarisce che nel 2021 i vaccini hanno evitato 20 milioni di morti. A settembre/ottobre la quarta dose sarà fondamentale per anziani e fragili, altrimenti col passare del tempo dalla terza dose gli anticorpi decrescono e rischiamo di aver altri casi gravi".
IL COMMENTO
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