GENOVA - E' la settimana che ci porta al 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne: in Italia e in Liguria esistono percorsi di cura per gli uomini autori di violenza, i cosiddetti "maltrattanti". "Abbiamo cominciato questo progetto dieci anni fa, superando lo scetticismo iniziale. Se non ci occupiamo degli uomini non risolveremo mai il problema della violenza", racconta Arturo Sica, psicoterapeuta e presidente onorario 'White dove'.
"Esiste un percorso che dura un anno, una parte individuale e una parte di gruppo. Questi percorsi funzionano, gli uomini che intercettiamo sono circa 160 all'anno ma ancora pochi rispetto all'ampiezza del fenomeno, Gli uomini che vengono da noi sospendono la violenza, almeno quella fisica e più eclatante. Per quella psicologica ci vuole più tempo. In un anno, con incontri tutte le settimane, si vedono i primi risultati. Quel sottile modo di dominare la partner, di immaginare che l'amore sia possesso e non dialogo paritario, ecco per quello ci vuole piu tempo".
Gli uomini che arrivano a questi percorsi sono "tutti", spiega Sica: "Ci sono liberi professionisti, figure apicali dello stato, ma anche disoccupati, operai, persone in grave difficoltà economica sociale e culturale. Arrivano il 30 per cento per decisione spontanea: capiscono che le cose stanno andando male. Il 70 per cento sono invece degli invii o dall'autorità giudiziaria col codice rosso che impone di fare questi percorsi oppure l'ammonimento da parte della Questura o infine i servizi territoriali".
"Spesso arrivano minimizzando, oppure colpevolizzando le donne. Ecco perché il nostro obiettivo primo è quello della cconsapevolezza e poi da lì inizia il cambiamento. Senza dimenticare che sullo sfondo ci sono i figli che vedono un padre trasformarsi in un essere pericoloso e cattivo".
"Il problema della violenza sulle donne è strutturale. Noi uomini dobbiamo fare un percorso di trasformazione. Lavorare su di loro è l'unico modo per salvare le donne vittime di violenza", conclude Sica.
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