GENOVA - "Non possiamo clonare i medici come la pecora Dolly": è questa la chiosa dell'assessore alla Sanità Angelo Gratarola, che in Consiglio Regionale affronta il tema della desertificazione sanitaria della Liguria. Secondo il capogruppo di Pd e Articolo Uno Luca Garibaldi 36 comuni delle aree interne, circa 20mila persone, non avranno a disposizione un servizio sanitario di prossimità; un problema nazionale secondo l'assessore che riguarda i contratti collettivi e allontana i medici dal territorio: su 171 posti vacanti in Guardia Medica messi a bando da Regione Liguria nel 2022 infatti ne sono stati assegnati solo 23. La Regione si è quindi impegnata a stanziare compensi aggiuntivi per la Guardia Medica e garantire quella continuità assistenziale che altrimenti rischia di essere compromessa.
Anche per questo la Regione vuole avviare una sperimentazione che partirà dalla Val Bormida: un'auto "infermierizzata" con un infermiere coordinato da un medico che possa affrontare casi di complessità medio-bassa, strumento che non sostituirà ma si integrerà con le auto mediche, il cui numero è normato dal decreto Balduzzi. "Il protocollo è pronto - spiega Gratarola -, poi ci sarà la fase del reperimento del personale: entro l’estate il servizio dovrebbe essere operativo". Oltre alla poca disponibilità di personale, non sarà possibile aggiungere un'automedica in Val Bormida come richiesto in consiglio dal consigliere del Pd Arboscello in seguito alle due morti avvenute il 5 gennaio perché "aldilà del dolore umano le scelte si devono basare sui dati" dichiara l'assessore alla Sanità "e tre interventi di media al giorno sono troppo pochi".
Anche il ruolo dell'ospedale Gaslini nella sanità ligure finisce al centro del dibattito. Secondo l'opposizione il progetto del Gaslini diffuso non sta funzionando e i pazienti si devono spostare a Genova anche per interventi di base, "doveva far crescere le Asl territoriali e invece i minori vengono sempre portati al Gaslini" sostiene Garibaldi ma Gratarola respinge le accuse e sottolinea come la gestione degli interventi è concordata dall'interazione tra le Asl e il Gaslini stesso, "solo i casi più difficili da affrontare arrivano a Genova - spiega -. Il concetto di interventi di base va declinato meglio: un'appendicite acuta in un paziente di 13 anni è diversa da quella su un bambino di tre, in termini sia chirurgici che anestesiologici e di copertura del post operatorio". Inoltre l'assessore sottolinea come nell'ospedale Sant'Andrea di La Spezia siano state completate con successo numerose operazioni su pazienti pediatrici.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità