GENOVA - La percentuale di re-ospedalizzazione dei pazienti affetti da scompenso cardiaco trattati e seguiti dal centro scompenso cardiaco dell’ospedale Micone di Genova Sestri Ponente è la metà rispetto alla media ligure e italiana. A stabilirlo il rapporto 2023 del piano nazionale esiti (PNE) gestito da Agenas che vede tutti i dati relativi al 2022 sulle performance dei vari ospedali e delle aziende sanitarie territoriali italiane.
"Noi al Micone abbiamo un tasso di re-ospedalizzazione del 7% mentre nel resto della Liguria e nel resto di Italia è del 13% - spiega a Primocanale Maria Alberta Cattabiani direttore della cardiologia della Asl 3 genovese - ci siamo riusciti perchè il nostro ambulatorio è in rete, i centri attivi della rete scompenso sono Villa de Mari, Quarto, Assarotti e Pontedecimo.
L'anno scorso solo nell'ambulatorio di Genova Sestri Ponente sono state effettuate 1300 visite.
Per scompenso cardiaco si contano in Italia 130 mila ricoveri. Si tratta di una condizione caratterizzata da un deterioramento della funzionalità cardiaca, che rappresenta la prima causa di ricovero in pazienti con più di 65 anni. A soffrire di scompenso cardiaco in Italia sono circa 600.000 persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età, tanto che dopo i 65 anni ne soffre il 10% delle persone.
La prevalenza di questa patologia cresce in maniera esponenziale con l'età, colpendo oltre il 20% dei cittadini con più di 80 anni. Se non adeguatamente trattato peggiora nel tempo, con esito fatale nel 50% dei pazienti, entro cinque anni dalla diagnosi.
A causa dell'aumento dell'aspettativa di vita si stimano 87mila nuovi casi in Italia ogni anno.
"La nostra formula vincente - sottolinea Cattabiani - è la messa in rete delle medicine, pronto soccorso, cardiologie dell'azienda con il centro dello scompenso con prenotazione diretta. L'approccio multidisciplinare prevede visite, diagnostiche varie (compreso test cardiopolmonare), ambulatorio infermieristico di monitoraggio per pazienti gravi o fragili, day hospital per infusione di farmaci, riunioni educazionali, open access con linea telefonica diretta al numero 010-8498270. Questa linea telefonica funziona come una sorta di centro di ascolto e vengono fornite indicazioni ai pazienti che hanno dei disturbi lievi evitando così il passaggio in pronto soccorso".
"Una corretta gestione clinica dei pazienti a livello territoriale permette di ridurre la progressione della patologia e di evitare il ricorso all’ospedalizzazione - conclude - senza dimenticare che la re-ospedalizzazione impatta per il paziente sulla qualità di vita e per lo Stato è un costo: un paziente affetto da scompenso cardiaco costa in media allo stato 11.800 euro all’anno e la maggior parte di questo costo è dovuto alle re ospedalizzazioni ecco perchè si parla di ospedalizzazione evitabile grazie a una buona presa in carico del paziente".
IL COMMENTO
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