Ogni lunedì i pronto soccorso della città di Genova sono particolarmente affollati: una situazione fisiologica, che si ripete sempre e che dipende solo in piccola parte dal covid. Tante le persone che si auto presentano, tantissimi i codici bianchi.
"C'è una circolazione virale del covid aumentata che però non ha ancora causato pressione sui pronti soccorso", spiega Angelo Gratarola, responsabile DIAR Emergenza Urgenza Regione Liguria. Il lunedì "non potendo ricorrere alla medicina territoriale il sabato e la domenica e con uno scarso ricorso alla continuità territoriale (la guardia medica), ci sono pazienti che vengono a cercare una risposta al pronto soccorso ma che lì non ci dovrebbero essere. Questo accade sempre al lunedì con una coda sul martedì, sono un carico aggiuntivo per i nostri medici e infermieri", racconta Gratarola.
C'è comunque un numero di ambulanze più elevato tutti i giorni in città: 40 ambulanze in più che vanno a insistere unicamente sul pronto soccorso. Poi ci sono le persone che si auto presentano, al San Martino per esempio sono il 60 per cento, persone non controllabili che arrivano con i loro mezzi, spiega il responsabile regionale dell'emergenza. Trenta-quaranta persone sono codici bianchi tra questi, altri hanno patologie di scarsa intensità: ogni giorno un terzo dei pazienti non sono gravi.
Ma il problema resta anche con la nuova classificazione dei colori (che va essenzialmente a migliorare la parte del triage ospedaliero) ed è strutturale. "La speranza arriva dall'investimento del PNRR previsto per la nostra regione. Se uno potesse trovare risposte nelle case di comunità, nelle case della salute ecco che i pronti soccorso tradizionali potrebbero rimanere dedicati alla patologia acuta che necessita di una serie di elementi che altrove non si trovano", conclude Gratarola.
IL COMMENTO
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