GENOVA - "Non ci sono tante forme gravi ma ci sono tanti ricoverati con il caso per l'ossigeno". Risponde così alle accuse di fare terrorismo sui vaccini Emanuele Pontali, direttore delle malattie infettive dell'ospedale Galliera di Genova. Una risposta chiara del dottore alla 'domanda' arrivata questa mattina durante 'il medico risponde', rubrica della trasmissione mattutina di Primocanale, che pretendeva chiarezza sulla situazione attuale rispetto a vaccini e ospedalizzazioni per covid in Liguria.
"Mettiamo le cose in chiaro, noi vorremmo che il problema venisse ridimensionato, soprattutto per come viene gestito, potremmo così tornare al nostro lavoro che è il controllo delle malattie infettive, ma le persone fragili, esistono".
E proprio da loro si era partiti con la campagna vaccinale per la quarta dose di vaccino anti-covid 19, ora esteso a tutti gli italiani over 60. Un hub vaccinale ogni 50.000 abitanti, integrati da altri punti vaccinali presso strutture sanitarie stanziali come presidi ospedalieri, case della salute, medici di medicina generale e farmacie.
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Questo uno dei passaggi delle linee di indirizzo sull' estensione della platea vaccinale agli over 60 destinataria della seconda dose di richiamo nell'ambito della campagna di vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid-19, inviate alle Regioni dal generale Tommaso Petroni, direttore dell'unità completamento campagna vaccinale. La platea è stimata in circa 12 milioni ai quali sottrarre chi sarà guarito.
E contenere il virus, anche se molti lo hanno vissuto come una semplice influenza, è proprio per salvaguardare chi è meno coperto dalle quattro dosi già fatte a causa di problemi preesistenti. "Chiaramente non sono la maggioranza, ma ci sono persone ricoverate in terapia intensiva che devono avere il supporto del caso dell'ossigeno".
"Ci sono persone più fragili che non sono adeguatamente protette dal vaccino. Lockdown e altre misure sono state abbandonate e l'unica opzione per la prevenzione è quella di vaccinare. In un picco di così alta circolazione del virus, sono i più fragili a pagarne le conseguenze".
Per prevenire il covid è rimasta solo un'arma, il vaccino, e nonostante sia sempre meglio prevenire che curare, sono invece diverse le opzioni per combattere un'infezione da covid già in corso: "Abbiamo delle armi anche dopo: gli antivirali, gli antivirali iniettivi, e in rari casi abbiamo qualche possibilità con i monoclonali, ma il vaccino rimane l'arma fondamentale".
IL COMMENTO
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