GENOVA - "Dieci primi casi ogni settimana a Genova con un' accelerazione nell'ultimo anno e mezzo dopo il lockdown e una lista di attesa di oltre un mese". Sono questi i numeri choc raccontati da Barbara Masini responsabile centro disturbi alimentari Asl 3 durante la trasmissione 'Tiziana&Cirone' dedicata alla giornata del fiocchetto lilla che si celebra ogni anno il 15 marzo.
I disturbi del comportamento alimentare colpiscono sempre di più e sempre prima, soprattutto le ragazze ma non solo, con esordio precoce tra i 12 e i 17 anni. Si tratta di una vera e propria epidemia sociale denunciano i medici. Senza dimenticare che possono insorgere anche
L'ultima ricerca condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, pubblicata nel marzo del 2022, ha rilevato quasi 9.000 pazienti a carico di uno dei centri accreditati in Italia per la cura dei disturbi del comportamento alimentare (DCA). Un numero ben diverso dal dato, seppur sottostimato, delle almeno 3 milioni di persone che non arrivano ai trattamenti necessari.
Secondo Jama Pediatric in Italia 1 adolescente su 3 manifesta abitudini alimentari disordinate, mentre 1 su 5 è il dato a livello mondiale. Sono numeri significativi, che preoccupano, in quanto i comportamenti alimentari disordinati potrebbero rappresentare uno stadio immediatamente precedente all’esordio delle malattie del comportamento alimentare.
"Sono d'accordissimo con Stefano Tavilla (vicepresidente nazionale fondazione Fiocchetto Lilla e papà di Giulia morta a 17 anni per bulimia ndr) disturbo è poco, io lo dico sempre bisogna paragonare la malattia da disturbo alimentare alla malattia oncologica, alla leucemia - spiega Barbara Masini - certe volte mi sento fare discorsi dalle ragazze come ma se mi curo come faccio ad anadre a scuola? E io le dico se hai la leucemia, ti preoccupi di andare a scuola? Ecco, cerchiamo di capire che si parla davvero di una malattia in grosso aumento".
"Il Covid ha dato una mazzata pazzesca vediamo 10 primi casi alla settimana a Genova, l'anno scorso avuto 356 pazienti iniziali, prima del Covid avevamo numeri già alti, sei-sette prime visite a settimana, ma siamo passati a 10 in un anno e mezzo.
A preoccupare anche l'età che si abbassa sempre più: "Quando ho cominciato vedevo pazienti di 16, 17 anni - conclude Masini - ora noi trattiamo dai 14, ma si ammalano già dieci anni".
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IL COMMENTO
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