GENOVA - A Imperia per una visita cardiologica con priorità D si può aspettare anche 159 giorni, per una mammografia con priorità D nello spezzino si arriva addirittura ad attenderne 253, che possono diventare 318 giorni nell'Imperiese per un ecocolordoppler con priorità D. Per un'ecografia addominale completa con priorità D a Genova si registrano tempi di attesa pari a 270 giorni, quasi cinque volte superiori a quelli previsti dalla legge.
È quanto emerge da un'analisi di Cittadinanzattiva sui tempi d'attesa per 6 diverse tipologie di visite specialistiche ed esami diagnostici - visita cardiologica, ginecologica, pneumologica, oncologica, ecografia addominale, mammografia - in 12 grandi Asl di quattro Regioni: Lazio, Emilia Romagna, Liguria e Puglia.
Non si è fatta attendere la risposta di Regione Liguria: "In merito ai dati diffusi da Cittadinanza Attiva sulle liste d’attesa con i dati che riguardano il territorio ligure, vanno chiariti alcuni elementi che non emergono dal report di Cittadinanzattiva: le agende, infatti, sono in continuo aggiornamento, per cui, specie per le visite differibili e programmabili, la possibilità di prenotare una prestazione può nel giro di qualche giorno cambiare e l’attesa ridursi sensibilmente. Tra i casi presi in esame dal report, si può citare il caso della visita cardiologica (priorità D, 30 giorni) che in ASL1 viene indicata disponibile a 159 giorni, ma nell’ultimo report del 25 luglio, il tempo d’attesa scende addirittura a soli 2 giorni".
"Altro elemento da considerare è quello della possibilità di ottenere la prestazione in un territorio diverso da quello della propria ASL, riducendo il tempo d’attesa: nel report viene citata una attesa superiore a quanto previsto per la mammografia con priorità P, ma la stessa prestazione è prenotabile in ASL 4 entro i termini previsti. Discorso analogo può essere effettuato per l’ecografia addominale con priorità D (che a Genova supera i tempi d’attesa, ma nelle ASL 2 e 4 rientra abbondantemente nei limiti previsti). I cittadini in questi casi possono quindi ridurre l’attesa, prenotando la prestazione nel territorio confinante. Utilizzando il portale Prenoto Salute, queste possibilità sono chiaramente individuabili.
"Va inoltre considerato che ogni ASL ha a disposizione un servizio dedicato di recupero prestazioni, attraverso il quale (con una mail o il numero verde presenti sul sito dell’azienda sanitaria) è possibile richiedere la presa in carico diretta, nel caso in cui i tempi d’attesa non rientrino nei limiti previsti".
IL COMMENTO
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