Sanità

La piccola soffriva di una forma estrema di tetralogia di Fallot con atresia polmonare, assenza dell'arteria polmonare sinistra, e una singola arteria polmonare destra stenotizzata e mantenuta pervia da uno stent
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GENOVA - È una storia di rinascita, nel vero senso della parola, quella che arriva dall'ospedale pediatrico Giannina Gaslini, e racconta di EH, una bambina palestinese di 13 mesi affetta da una complessa e gravissima patologia cardiaca e da idrocefalo ostruttivo, sottoposta a una serie di interventi salvavita proprio nel nosocomio genovese. Tutto nasce grazie a una missione umanitaria coordinata dalla presidenza del consiglio con il sostegno del ministero degli Esteri, della Salute e della Difesa, nell’ambito della quale il Gaslini ha gestito, per conto del Ministero della Salute, l’assistenza sanitaria pediatrica.

La piccola soffriva di una forma estrema di tetralogia di Fallot con atresia polmonare, assenza dell'arteria polmonare sinistra, e una singola arteria polmonare destra stenotizzata e mantenuta pervia da uno stent. Inoltre, presentava un idrocefalo tetraventricolare ostruttivo, in sospetta anomalia di Dandy Walker (la bimba era stata sottoposta a procedura chirurgica palliativa a 2 settimane di vita in Israele con posizionamento di stent per mantenere la pervietà del dotto arterioso).

La piccola palestinese è stata identificata durante la recente missione umanitaria con il coinvolgimento della direzione sanitaria e la direzione generale del Gaslini, che hanno organizzato il suo trasferimento al Gaslini dall’Egitto, dove si trovava con la mamma. EH è arrivata in Italia con volo dell’Areonautica Militare l’11 marzo 2024, assistita da un’equipe specializzata nel trasporto di pazienti critici in ambienti difficili della UOC Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica del Gaslini, composta dal dottor Andrea Moscatelli e dall’infermiera pediatrica Morgana Bacherini.

"Il trasporto di EH è stato particolarmente a rischio, poiché la bimba era molto sofferente per via della scarsa funzionalità del circolo polmonare – spiega Andrea Moscatelli, direttore UOC Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica del Gaslini -. La bimba, cianotica, sopravviveva solo grazie alla perfusione di un unico polmone, con una saturazione di ossigeno transcutanea inferiore al 70%. La cianosi è ulteriormente aggravata dal volo in quota, anche in aerei pressurizzati, in quanto la pressione parziale di ossigeno si riduce sensibilmente".

"Il trasporto, ancorché ad alto rischio, ha reso possibile la presa in carico multidisciplinare della bambina, attraverso l’azione coordinata di 6 Unità operative complesse dell’Istituto: Terapia intensiva, Anestesia, Radiologia, Cardiologia, Neurochirurgia e Cardiochirurgia" spiega il direttore sanitario del Gaslini Raffaele Spiazzi. Il 19 marzo, presso la sala di emodinamica, il team cardiologico guidato dal dottor Roberto Formigari ha eseguito una delicata conferma diagnostica e dilatazione dello stent per migliorare il flusso al polmone destro di EH.

Il 3 aprile, il cardiochirurgo dottor Guido Michielon, direttore della UOC Cardiochirurgia del Gaslini e il suo team hanno eseguito un intervento correttivo radicale. Per creare la connessione fra cuore e polmoni serviva una valvola da donatore umano, che è stata identificata a Barcellona e trasportata a Genova. Questa nuova arteria polmonare, dotata di valvola, è stata connessa tra il cuore destro e la biforcazione polmonare appena ricostruita, stabilizzando così la funzione cardiaca.

"In circolazione extracorporea, l’arteria polmonare sinistra della bimba è stata identificata nel polmone sinistro ed unifocalizzata all’arteria polmonare destra, eliminando i residui dello stent duttale e ricostruendo una biforcazione polmonare normale. Il ventricolo sinistro è stato tunnellizzato all’aorta, separando la parte destra e sinistra del cuore. Dopo riconnessione dell'arteria polmonare sinistra all'arteria polmonare destra con ricostruzione della biforcazione polmonare, questa nuova arteria polmonare, dotata di valvola, viene connessa tra il cuore destro e la biforcazione polmonare. La bimba esce dalla sala operatoria con un cuore a 4 camere, separazione fra sangue ossigenato e non ossigenato, flusso polmonare simmetrico e su due polmoni, saturazione arteriosa 100%, senza difetti residui" spiega il dottor Guido Michielon, direttore della UOC Cardiochirurgia del Gaslini.