Sanità

A denunciare la situazione è Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria: "Servono migliaia di assunzioni di personale sanitario altrimenti saranno scatole vuote"
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di R.P.

LIGURIA - Nessuna certezza sulle aperture delle 32 case e 11 ospedali di comunità previste entro il 2024. A denunciare la situazione è Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria: "Servono migliaia di assunzioni di personale sanitario altrimenti saranno scatole vuote".

"Malgrado le precise indicazioni del Piano Socio Sanitario 2023-2025 e le rassicurazioni dei mesi scorsi, sulla realizzazione di 13 case e un ospedale di comunità entro la fine del 2024 in tutta la Liguria è calato un preoccupante silenzio - spiega Maestripieri -: sono passati diversi mesi dall’ultimo incontro ma da allora non abbiamo saputo più nulla. Entro il 2026 complessivamente devono essere operative 32 case e 11 ospedali di comunità. Ma le aperture non bastano: il rischio è anche che restino scatole vuote. C’è la necessità di assumere personale sanitario per renderle operative perché possano davvero diventare uno strumento a supporto della comunità ligure”. 

"Secondo il documento di programmazione delle attività ospedaliere dovrebbero essere consegnate entro la fine del 2024 complessivamente 14 strutture, 13 case e un ospedale di comunità - prosegue -, ma siamo ormai a metà luglio e non risultano né atti concreti né notizie circostanziate che possano fornire rassicurazioni a proposito del rispetto della data promessa".

"Inoltre - denuncia ancora il segretario generale Cisl Liguria - all’orizzonte non ci sono notizie sul percorso che porterà alle assunzioni del personale sanitario: parliamo di alcune migliaia di figure professionali altrimenti ci ritroveremo soltanto semplici contenitori dal gradevole aspetto, ma senza alcun tipo di utilità".

"Le case di comunità, lo ricordiamo, rappresentano il punto di integrazione con i Servizi Sociali del territorio, coi servizi per la Salute Mentale, le dipendenze patologiche e con la neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. Per decine di migliaia di persone possono rappresentare l’unica alternativa alla rinuncia alle cure. Lo stesso ragionamento vale per gli ospedali di comunità che, nei piani della Regione, dovrebbero garantire interventi sanitari a bassa intensità clinica in modo particolare a pazienti con deficit funzionali o cronici. Che fine hanno fatto questi progetti? A che punto sono i lavori o la loro assegnazione? Sono domande alle quali i cittadini hanno diritto a una rapida e sicura risposta" conclude Maestripieri.