GENOVA - "Trasformare il male in qualcosa comunque sempre di positivo è faticoso e a volte arrendersi, piangersi addosso sarebbe più facile, io e la mia famiglia ce la stiamo mettendo tutta e cerchiamo ostinatamente la felicità anche quando proprio sembra non esserci". Valentina Mastroianni, ha 38 anni, è la mamma di Cesare un bambino di 6 anni, compiuti lo scorso 25 maggio, cieco da quando aveva 18 mesi per un tumore cerebrale causato dalla neurofibromatosi che ancora oggi sta combattendo. Su Instagram con il profilo @la_storia_di_cesare seguito da oltre 351mila persone racconta la forza di suo figlio e di tutta la sua famiglia. Ha raccontato la storia di suo figlio nella prima puntata della seconda serie di 'People - Cambia il tuo punto di vista'.
Cesare è al quarto ciclo di chemioterapia e da pochi mesi è in cura all'ospedale pediatrico Gaslini dopo anni di terapie e farmaci sperimentali ma Valentina guarda al futuro con speranza "perché finchè c'è quella c'è la forza".
"In questi anni abbiamo cominciato a raccontare la nostra storia proprio sui social per cercare di essere un po' d'aiuto anche agli altri perché è la sua storia ma anche della nostra famiglia di me, di mio marito Federico, degli altri due figli Alessandro e Teresa - racconta Valentina - perchè dei fratelli spesso ci si dimentica ma quando c’è una malattia in casa è una maratona e un viaggio che si fa tutti insieme nessuno escluso, perché ti toglie tanto e noi abbiamo trovato il nostro modo che non penso sia né sbagliato né giusto è semplicemente nostro".
Quando Cesare ha circa un mese sul collo del piccolo compare una macchiolina color caffellatte. Il primo segno attraverso cui si manifesta la NF1, una malattia genetica rara che colpisce e che entra a stravolgere la vita di Cesare e della sua famiglia. Quando gli viene diagnosticato il tumore, Valentina si sente sull’orlo di un baratro: "Tumore, è una parola capace di spalancarti le porte dell’abisso - scrive nel libro - una di quelle che non vorresti mai, mai e poi mai che entrasse nella tua vita. Figuriamoci in quella dei tuoi figli".
Settimane e mesi molto difficili ma la forza di 'Cece' il biondino di casa ha sorpreso tutti: "la sua grande voglia di autonomia ebbero la meglio sul tumore, sulla cecità, sulla paura, su tutto il resto”. “Il biondo di casa riconquistò il suo mondo un passo dopo l’altro".
Valentina ha raccontato 12 mesi fa la malattia di suo figlio nel libro 'La storia di Cesare' nella quale racconta anche la sua vita, fin dall'infanzia, dove ha vissuto "situazioni inaspettate con un'imprevedibilità feroce e spiazzante" e il 17 settembre, già preordinabile online, uscirà 'E voleremo sopra la paura'.
Nel primo libro Valentina descrive la vita di suo figlio così: "La storia di Cesare non è la storia di un'estenuante, ingiusta battaglia contro un maledetto mostro. È anche questo, ma non solo. È la storia d’amore più vera che potessi scrivere. È la storia di chi, nonostante tutto, sceglie a occhi chiusi la felicità". "Nel secondo libro - spiega Valentina - parlo di più del mio passato, di quanto sia fondamentale farsi aiutare quando si affronta una malattia di un figlio. Io e mio marito abbiamo rischiato di perderci ma siamo riusciti a ritrovarci e a salvare la nostra famiglia".
"Scrivere questi libri mi ha in qualche modo salvata, e raccontare l'ottimismo, nonostante tutto, sta aiutando tanti ma in tantissimi stanno sostenendo me e la mia famiglia".
Tutti uniti contro la "bestia", come la chiama Valentina, nonostante tutto: "Noi cerchiamo la felicità anche quando sembra che non ci sia niente a cui aggrapparci, noi la cerchiamo veramente ostinatamente e per me scrivere questi libri è stato terapeutico intanto per me e poi ho visto, toccato con mano col primo libro quanto si può essere d’aiuto agli altri e questo dà una sorta di senso a tutto quello che ci succede, è un bene che genera bene, lo dico sempre, perché le persone dicono che seguendoci diamo forza però è reciproco perché per me è benzina vedere che possiamo essere d’aiuto in un qualche modo. E' nato così anche l’aprire i canali social, io che social non sono mai stata, ma ci siamo sentiti talmente soli i primi anni che il mio pensiero è stato per quelle mamme e papà che attraversano momenti come i nostri e provano lo stesso e quindi ho detto proviamo a vedere se riusciamo ad arrivare a qualche famiglia e devo dire che abbiamo creato veramente un bel gruppo di persone che ci vogliono bene poi noi vogliamo bene a loro".
Valentina, con il marito Federico, i due figli più grandi Alessandro e Teresa, il cane Joy e il gatto Stella, da tre mesi si è trasferita a Genova da Conegliano (Treviso) per un nuovo inizio: "Potrei dire che siamo venuti per l’ospedale di Cesare, potrei dire che siamo venuti per la scuola di calcio di mio figlio più grande, potrei dire per il lavoro di mio marito e invece devo dire che siamo a Genova per il cuore perché dove vivevamo non eravamo più felici, non siamo persone a cui piace lamentarci e quando qualcosa non va cerchiamo di cambiarlo, decidere di trasferirsi è stata una cosa grossa che abbiamo fatto un anno fa, abbiamo deciso di venire qui dove abbiamo trovato tante persone che ci vogliono bene, abbiamo trovato una nuova famiglia, nuovi amici, una nuova vita e avevamo bisogno di questo nuovo inizio. E' da pochissimo che siamo qui sono solo tre mesi però l’affetto che stiamo ricevendo, l’amore che Genova ci sta dando è incredibile".
"Davanti a una situazione spiacevole, ci sono due vie per reagire: lamentarsi piangersi addosso e isolarsi nel proprio dolore, oppure cercare di vedere il bello, trovarlo e poi condividerlo con un sorriso. Siamo noi a scegliere quale strada intraprendere perchè nulla accade per caso".
E quando a Valentina si chiede qual è l'insegnamento più grande che le sta dando suo figlio Cesare non ha dubbi e con il sorriso risponde sicura: "Di non mollare mai, assolutamente e cercare il bello ovunque perché lui non vede con gli occhi ma chi lo conosce sa che vede in altri modi e molto di più di tante persone vedenti, quindi ogni tanto chiudere gli occhi e vedere il bello che vede anche lui non è male".
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IL COMMENTO
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