Sanità

Durante la puntata di People il racconto di donatori e riceventi
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C'è un grazie all'inizio e uno alla fine che come un cerchio descrive al meglio la storia della genovese Alice Biondi che nel 2015 ha donato il suo midollo osseo per una persona sconosciuta. Un gemello genetico con una probabilità di 1 su 100mila che lega Genova con la Russia e un bambino che oggi è salvo e può vivere grazie al suo gesto d'amore e di generosità. Il racconto durante la puntata di 'People - cambia il tuo punto di vista' dedicato alla donazione di midollo osseo che ha portato a Terrazza Colombo storie di donatori e riceventi con l'obiettivo di sensibilizzare i più giovani al registro dei donatori di midollo la cui sede nazionale è a Genova presso l'ospedale Galliera.

La decisione di iscriversi

"Io mi occupavo di seguire i donatori nel loro percorso di visite prima della donazione ma non ero iscritta al registro - racconta Alice - poi un giorno ho potuto leggere una lettera di una paziente che ringraziava il proprio donatore, una lettera molto blindata, perché ovviamente non ci si può conoscere, ma il registro nell'anonimato fa avere lettere tra donatori e riceventi che lo desiderano, era una lettera semplicissima, dove questa donna diceva tutta una serie di grazie: grazie per l'odore del caffè la mattina, grazie per il sorriso dei miei figli..era semplice, era quotidiana, era umana e lì ho detto mi iscrivo".

La chiamata per la donazione

Alice è stata chiamata una prima volta che non ha portato a nulla e poi una seconda nel 2015 che è stata quella giusta. "Mi ricordo bene i momenti dopo la chiamata - prosegue nel racconto - perché era strano essere io la diretta interessata quella che doveva essere accompagnata, invece che accompagnare, essere io la protagonista della visita, della sessione informativa, è stata una gioia, già l'iscrizione mi aveva soddisfatto tantissimo, aver fatto questo passo ma l'essere selezionata e riuscire poi insomma arrivare alla donazione è stata una cosa indescrivibile".

Un dono per ricevente e donatore

Alice a distanza di quasi dieci anni si commuove parlando di quel gesto d'amore e con un sorriso e una gioia negli occhi contagiosa ci tiene a sottolineare come questo abbia cambiato anche la sua vita: "Senti di aver fatto una cosa giusta, una cosa nella vita che ha cambiato quella di qualcun altro in meglio, tante volte ovviamente si pensa alla donazione come a un regalo, che si fa a qualcuno, un dono però è davvero tantissimo anche quello che torna a chi lo fa e io sento di aver ricevuto tantissimo".

La favola russa a lieto fine

"Io so solo che ho donato per un bambino russo e mi sono affezionata a questa favola che lega Genova alla Russia, la mia è una favola a lieto fine ma a volte il lieto fine non c'è ma credo che sia fondamentale il poter dare la speranza. In questi anni me lo sono immaginato tante volte e ho avuto la fortuna di riuscire anche a scrivergli e di ricevere le sue notizie (sempre nell'anonimato ndr) ed è stato bellissimo perché la prima notizia l'ho ricevuta dalla famiglia e poi a tre anni fa mi ha scritto lui e mi ha regalato una frase che a ripensarci ogni volta mi fa commuovere che è "Thank you for my life", che per me dice tutto".

Chi può diventare un potenziale donatore di midollo osseo?

Per iscriversi al registro e diventare un potenziale donatore di midollo osseo bisogna avere un'età compresa tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50 kg e godere di buona salute. La disponibilità del donatore rimane valida fino al raggiungimento dei 55 anni.

Donazione da sangue periferico in 8 casi su 10

Molto è cambiato anche nella modalità di prelievo di midollo, oggi in 8 casi su 10 il metodo impiegato è quello del prelievo da sangue periferico. La donazione, in questo caso, prevede la somministrazione, nei 5 giorni precedenti la donazione, di un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico.
Tale tipologia di prelievo, indicata come aferesi, si avvale dell’utilizzo di separatori cellulari: il sangue prelevato da un braccio attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto viene reinfuso nel braccio opposto.

 

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