"In Liguria nell'ultimo anno abbiamo solo due iscritti a fronte di 17 posti disponibili della scuola di specialità in chirurgia generale, nei prossimi cinque anni la necessità di specialisti della regione, considerando i tanti colleghi che andranno in pensione, sarà quindi molto più alta". A lanciare l'allarme a Primocanale Stefano Scabini e Marco Frascio referenti per la Liguria della società italiana di chirurgia (Sic).
"In Italia il 50% dei posti per la specializzazione in chirurgia rimane vuoto"
Nei prossimi anni il rischio concreto è quello di avere sale operatorie chiuse perché in Italia non ci sarà un numero sufficiente di chirurghi. Un allarme lanciato, a livello nazionale, dalla società italiana di chirurgia (SIC) e dall'associazione chirurghi ospedalieri italiani (ACOI) ossia dai vertici dei chirurghi italiani, accademici e ospedalieri: il 50% dei posti per la specializzazione in chirurgia rimane vuoto, mentre il 20% degli studenti abbandona il percorso dopo il primo anno.
I numeri in Liguria degli ultimi tre anni
"Il trend è negativo da diversi anni - spiega a Primocanale Franco De Cian direttore della scuola di specialità in chirurgia dell'Università di Genova - nel 2023 avevamo 19 borse, 8 si sono iscritti e tre hanno abbandonato entro i primi 6 mesi, nel 2022 invece avevamo 13 borse si sono iscritti in 4 e 2 hanno abbandonato. Noi stiamo investendo nella formazione e nel reclutamento all'interno della nostra facoltà ma non è facile. L'obiettivo è quello di responsabilizzare sempre più lo specializzando".
Una crisi silenziosa ma che preoccupa gli addetti ai lavori da anni. Il calo drammatico delle iscrizioni ai corsi di specializzazione in chirurgia è in continua crescita negli ultimi anni e potrebbe avere gravi ripercussioni sulla capacità del sistema sanitario di garantire cure adeguate ai pazienti.
Più tecnologia ma meno appeal
La chirurgia non è più attrattiva e sta diventando una Cenerentola. Il contrasto che emerge è poi quello di un settore che sta facendo passi da gigante grazie alla robotica e all'intelligenza artificiale ma che non riesce ad attrarre giovani. Per citare solo un dato della società della Sic e di Acoi negli ultimi 4 anni c'è stato un incremento del 600% degli interventi di chirurgia robotica. Progressi che però hanno bisogno dell'uomo.

Aumentano le borse in chirurgia ma rimangono vuote
"Negli ultimi anni le borse di specializzazione in chirurgia sono aumentate, ma rimangano deserte. Qui il dato è allarmante, siamo passati dal 28% del 2022 al 56% del 2023. E' una tendenza in costante aumento e fotografa il fatto che i giovani medici non scelgono più la chirurgia generale. Se a questo aggiungiamo che c'è anche una fuga dal sistema sanitario nazionale, con colleghi che a 50 anni vanno via per andare a lavorare con maggiori sicurezze nel privato e chi va in pensione, si capisce bene che il futuro della chirurgia nella sanità pubblica è molto a rischio
Perché nessuno vuole più fare il chirurgo?
"Diverse sono le cause di questa crisi vocazionale - spiegano Stefano Scabini e Marco Frascio referenti per la Liguria della società italiana di chirurgia (Sic) - il crescente contenzioso medico-legale con rischi professionali sempre meno tutelati a livello giuridico; l'alto stress professionale rispetto ad altre specializzazioni mediche; la mancanza di incentivi economici adeguati. Il percorso formativo lungo e gravoso, poi, scoraggia molti giovani medici che oggi sono meno disponibili al sacrificio".
"Manca quindi il ricambio generazionale bisogna quindi pagare di più ed evitare la migrazione dello specializzando nelle realtà non universitarie" sottolinea Marco Frascio.
In futuro ci saranno sempre più chirurghi stranieri? Questa sembra la direzione, in alcune regione italiane come la Sicilia e la Calabria si sono già 'importati' medici, anche chirurghi, da Argentina e Cuba per esempio.
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