La Sampdoria ha ottenuto soltanto due dei nove punti che si era data come obiettivo, nel tris di partite giudicate abbordabili con Cremonese, Lecce e Spezia. La situazione di classifica è pertanto ormai irrimediabile, matematica a parte. Ma ai tifosi, incuranti della sanzione che verrà emessa per la sospensione del derby ligure dovuta al lancio di fumogeni in campo, importa soprattutto la possibile salvezza della società che ora ha la priorità su tutto.
La pubblicazione, proprio venerdì scorso a valle dell’incontro in FIGC del CdA blucerchiato accompagnato dall’Esperto Bissocoli, delle nuove norme in merito al rapporto tra diritto sportivo e codice della crisi ha confermato l'impraticabilità di scorciatoie preferenziali, magari legate al prestigio del club, rispetto a regole che restano tassative.
Il governo del calcio non può permettersi la prevedibile pioggia di ricorsi delle società che vedrebbero lesionati i propri interessi, che si tratti di ripescaggio dalla retrocessione in C o anche semplice partecipazione alla B dopo aver espletato tutti gli adempimenti previsti.
Niente separazione quindi tra "buona" e "cattiva" società, perché un nuovo soggetto non potrebbe vantare pretese rispetto ai diritti del vecchio (paracadute, nome e categoria di competenza) se non a costi più elevati che provare a rilevare la società attuale. Non sembrano infatti esistere, piaccia o no, strade alternative a un negoziato di qualche tipo con la proprietà, che a sua volta non dovrebbe tirare troppo la corda a pena di perdere tutto e far cadere anche l’ormai noto castello dei concordati romani.
Le modalità tecniche consentite sono state chiarite dalla FIGC e ora più che mai tutti gli interlocutori interessati al futuro della Sampdoria devono uscire allo scoperto, senza aspettare conseguenze estreme che sarebbero a quel punto troppo costose da neutralizzare, e intervenire ora e come già fatto in altre situazioni simili, ristrutturando i debiti della società. Un’operazione, quest’ultima, che ora è facilitata dall'apertura a inizio febbraio della composizione negoziata della crisi e dalle negoziazioni con i creditori che può facilitare l’Esperto.
Tutti gli investitori interessanti potrebbero così beneficiare di un investimento sì in una società in perdita, iniziativa peraltro pienamente lecita, ma certamente fruendo di una struttura debitoria e di costi rivista, che potrà velocemente portare a una situazione di reddito positiva, se ben gestita s'intende.
IL COMMENTO
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