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di Stefano Rissetto

La Sampdoria dei rincalzi, con il tecnico della Primavera Tufano in panchina, resiste un tempo alla Juventus ed esce dalla Coppa Italia, sconfitta 4-1 dai bianconeri, in campo in maglia gialla da manutentori autostradali. Poco si poteva chiedere a una squadra reduce da tre sconfitte consecutive, con l’allenatore D'Aversa appena esonerato, in attesa di Giampaolo, e molte assenze per infortunio. I blucerchiati hanno onorato l’impegno, fatto quello che hanno potuto, contro una squadra superiore che ha giocato con una formazione quasi al meglio.

Falcone riesce a opporsi a Cuadrado al 5’, deviando in corner, ma poi non è perfetto sulla punizione dello stesso colombiano al 25’, concessa da Fourneau per fallo su Morata. Pochi secondi e lo stesso Morata raddoppia, ma Nasca al VAR individua a inizio azione un fallo di Rabiot su Rincon e così Fourneau annulla. Sul finale di tempo Artur con un tiro da fuori sfiora il raddoppio.

La Juve sembra chiudere la pratica in avvio di ripresa, al 51’, con un colpo di testa di Rugani che anticipa Magnani su cross di Alex Sandro. Ma al 62’ Conti, nuovo arrivo, riapre la partita con un bel gancio destro a incrociare appena dentro l’area. I blucerchiati rasentano il clamoroso pari con Augello, ma al 66’ Dybala - acclamato dallo stadio, per la questione rinnovo - allunga nuovamente. La Juve prende il largo al 77’, con rigore di Morata per fallo di Augello su Artur: Falcone, ottima prova la sua, intuisce ma non riesce a parare e la Juve fa poker. Nessuna sorpresa, risultato prevedibile, la Sampdoria esce dalla Coppa vinta quattro volte, ultima nel 1994, e sfiorata tre volte fino al 2009: l’orizzonte si chiama Spezia, domenica più che un derby sarà uno spareggio.