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di Giovanni Porcella

GENOVA - Il rigore non concesso a Destro dall'arbitro Di Bello di Brindisi, in questo torneo aveva già annullato incredibilmente un gol regolare a Pandev col Napoli, pesa come un macigno sull'inutile e brutto pareggio del Genoa con la Salernitana. Serviva solo vincere, ma nemmeno la spinta straordinaria dei 14000 del Ferraris è bastata a rianimare i rossoblu per vincere in casa uno straccio di gara. Il tecnico Blessin invece rimedia solo il terzo pareggio in altrettanti match e così la classifica è sempre più drammatica. L'allenatore tedesco ha portato grinta e qualche idea ma non basta.

Questo Genoa proposto inizialmente da Preziosi, poi riaggiustato da Spors ha più di un piede in serie B. La realtà va guardata in faccia, nascondere il disastro di una stagione destinata al peggio è un'assunzione di responsabilità che tutti gli attori devono fare. L'ex presidente ha lasciato agli americani un boccone avvelenato, i nuovi proprietari però non sono riusciti a dare quel cambio di passo che sembrava possibile. Venti milioni investiti nel mercato sembravano una montagna che ha partorito il topolino. E prima la scelta di Shevcenko è stata una mossa fallimentare compiuta senza aver nominato un general manager (Spors) che infatti poi lo ha cacciato. Mancano 13 partite e la prima sa di ultima spiaggia se ancora c'è una spiaggia: Venezia. Uno scontro diretto che deve essere vinto, ma Sirigu e compagni ci sperano ancora? E la società?

Il capitano Sturaro ha dichiarato: "Chi non ci crede può andarsene", chiaro messaggio verso chi sembra tirare indietro la gamba come è successo nel secondo tempo con la Salernitana complici anche alcune scelte sbagliate di Blessin, che ha tolto Destro non puntando subito su Piccoli ma lasciando Ekuban unica punta. Amiri colpito da gastroenterite non ha giocato, ma Yeboah per esempio ha deluso e l'ingresso di Gudmunsson ha portato qualche sprint, ma nulla di più. Resta la possibilità di andare su qualche svincolato, ma la sensazione è che sia tutto inutile. Troppi errori. Ma ai tifosi ora vanno risparmiati progetti futuribili a lungo evocati, ma va spiegato perché da settembre ad oggi si è arrivati a questo punto ovviamente partendo dall'eredità della miglior squadra allestita negli ultimi anni, come beffardamente annunciato da Preziosi con chi gli andò pure dietro plaudente. Invece era un mucchio di niente.

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