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Recco - Eraldo Pizzo è uno dei più grandi atleti della storia dello sport e della pallanuoto azzurra. Nato a Genova il 21 aprile 1938, noto con il soprannome "Il Caimano", oro olimpico ai Giochi del 1960, una Coppa dei Campioni, 15 scudetti conquistati con la Pro Recco ed uno con il Bogliasco rappresenta sicuramente più di un pezzo di storia della Pro Recco. Non è difficile immaginare come stia vivendo questi momenti drammatici per il club di fatto in liquidazione. (LEGGI QUI)

Pizzo, la prima domanda è banale: si aspettava tutto questo?
"Assolutamente no, è stata una botta tremenda, ci penso ogni momento anche se le dico la verità: sto cercando di alzare un muro e di uscire con la testa da tutto".

In che senso?
"Mi spiego meglio. Ho 86 anni, voglio vivere il tempo che mi resta sereno con la mia famiglia senza avere problemi e con la testa libera. Non voglio soffrire, devo pensare a me stesso".

Ma la Pro Recco è stata la sua famiglia...
"Certamente, è stata la mia vita. Ma ora inizio ad essere stanco"

Sentire che si vuole staccare in questo modo dalla Pro Recco fa un certo effetto..
"Se io che penso di rappresentare qualcosa per questo club non so nulla di ciò che è successo penso che davvero nessuno sappia qualcosa. E invece tutti parlano, tutti dicono di sapere e di avere certezze. Per questo voglio stare fuori da tutto, voglio davvero alzare un muro".

Ma lei si è fatta un'idea del perché Volpi abbia preso questa decisione?
"No, immagino che sia accaduto qualcosa ovviamente. Spero di ricevere presto qualche buona notizia e che la Pro Recco si salvi e non perda i titoli. Spiacerebbe aver dato cinquant'anni della vita ad una società che non esiste più. E' un dolore grande che mi tengo dentro provando a pensare ad altro".

Lei tra l'altro qualche mese fa aveva allestito una mostra a Recco con i sui cimeli...
"Sì, in casa ho un patrimonio unico tra articoli di giornale, trofei e pezzi storici. Se tutto dovesse essere cancellato, se la Pro Recco smettesse di esistere resterei il maggior collezionista e allora potrei fare una mostra permanente a casa mia. Poi se ne occuperanno i miei figli"

Come pensa andrà a finire questa storia?
"Spero bene, spero che tutto si risolva nella maniera migliore e che un giorno qualcuno mi racconti come sono andate realmente le cose. Ora stacco, non ho più voglia di lottare ma solo di restare sereno. Aspetto come tutti la buona notizia".