Cronaca

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Chiederà alla Costa Crociere il risarcimento di in milione di euro, una impiegata 30enne di Milano, passeggera sulla Concordia che in seguito al naufragio avvenuto all'isola del Giglio, il 13 gennaio, ha abortito, al quinto mese di gravidanza. La donna viaggiava con il compagno, un commercialista romano quarantenne. Dopo il naufragio della nave la donna era stata ospitata brevemente a Roma dai futuri suoceri, e quindi era rientrata a Milano per farsi assistere dal proprio ginecologo, avendo accusato forti dolori. Ma una settimana fa è stata ricoverata e i medici le hanno diagnosticato un distaccamento del feto dall'utero dovuto, molto probabilmente, al forte stress psicofisico accumulato nelle ore del naufragio. Contattati i legali di famiglia (Cristiano D'Aveta, Marco Angelozzi e Giacinto Canzona) ai quali ha raccontato l'accaduto, la donna li ha incaricati di richiedere alla compagnia di navigazioe con sede a Genova il risarcimento dei danni morali, materiali e biologici subiti per un ammontare di circa un milione di euro.